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5/31/2012 | Roberto Abate
Con il suo ultimo discorso all'assemblea annuale dei soci, Josef Ackermann (nella foto) oggi ha dato l'addio dopo dieci anni a Deutsche Bank, prima banca privata tedesca. Il ceo uscente lascerà l'incarico questa sera al duo composto dai manager Anshu Jain e Juergen Fitschen.
Aprendo l'assemblea annuale dei soci, Ackermann ha parlato di un andamento sempre "piuttosto debole" sui mercati finanziari e ha garantito che, anche in futuro, la banca non punterà tutte le sue carte sull'investment banking, ma continuerà il focus sul private banking e la rete di sportelli della controllata Postbank, sempre più importanti, ha sottolineato Ackermann, alla luce dell'incertezza sulle prospettive globali. Deutsche Bank, ha spiegato, guarda con cautela all'esercizio 2012 dopo un primo trimestre sotto le attese, ed è ben preparata anche per le sfide future in termini di mercati più volatili e di requisiti patrimoniali più stringenti (il capitale Core Tier1 della banca è attualmente al 10% contro il 7,2% previsto da Basilea3 a condizioni, tuttavia, molto più severe).
Ackermann si è inoltre detto “insoddisfatto” dell'andamento del titolo Deutsche Bank, ora a quota 29,11 euro (+1,01%) alla Borsa di Francoforte contro un massimo storico di 118 euro. "La crisi finanziaria e la successiva crisi debitoria europea hanno cambiato le condizioni di mercato per tutte le banche in modo sostanziale", si è difeso il ceo uscente ribadendo di "aver fatto il proprio dovere fino in fondo".
Riguardo alla valorizzazione in corso del 78% delle attività di asset management, compresa DWS Americas, Ackermann ha precisato che la banca sta ancora considerando tutte le opzioni, "compresa la vendita, ma soltanto se il prezzo è giusto". La società di servizi finanziari Guggenheim Partners ha mostrato interesse soltanto a una parte marginale delle attività
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