Tempo di lettura: 3min
10/21/2022 | Lorenza Roma
Dopo 10 anni di sottoperformance, i mercati emergenti guidati dalla Cina hanno sovraperformato negli ultimi mesi. Le recenti turbolenze hanno aperto la strada a un decennio favorevole alle economie emergenti, tra cui la Cina come leader. Michel Audeban (in foto) e Elena Kosheleva, ceo e fund Manager, emerging markets di Gemway Assets, durante l’evento tenutosi ieri a Milano, hanno analizzato lo scenario economico attuale della Cina e dei mercati emergenti alla luce del rialzo dell’inflazione e dell’aumento dei tassi di interesse.
“L’ultimo è stato caratterizzato da un peggioramento del contesto globale”, ha detto Audeban. “L’inflazione USA non accenna a diminuire mentre il presidente della Fed continua ad inasprire i toni dei suoi interventi. L’inflazione, tuttavia, sta rallentando in diversi paesi emergenti, una tendenza che potrebbe essere confermata qualora il petrolio rimanesse stabile. Le valute emergenti, finora si dimostrano piuttosto stabili nel complesso. In Cina rimaniamo cauti in attesa del Congresso del Partito Comunista”, ha aggiunto il ceo.
“L’economia cinese si è confermata debole durante l’estate”, ha affermato Larry Hu, capo economista per la Cina presso Macquarie (banca di investimento specializzata in Asia). “Detto ciò, sia i consumi che la produzione industriale, sostenuti dal ritorno delle misure di chiusura, hanno sorpreso in positivo: rispettivamente +5,4% e 4,2% a/a in agosto. Tuttavia, la debolezza del settore immobiliare e le incertezze legate alla gestione della politica Zero Covid-19 continuano a pesare sull’attività e sul morale delle famiglie. Le nuove misure di sostegno al settore immobiliare e alle infrastrutture hanno contribuito a migliorare il PMI di settembre, che si è attestato a 50,1 (contro il 49,7 del consensus), benchè la domanda esterna stia rallentando e rischi di compromettere l’attività manifatturiera”.
“Con l’avvicinarsi del 20° Congresso del Partito Comunista, i poteri pubblici stanno cercando di limitare ulteriori rischi”, ha precisato Hu. “Come è già stato detto non ci aspettiamo annunci roboanti durante il Congresso, ma riteniamo che al termine dello stesso, l’attenzione dei responsabili politici possa concentrarsi maggiormente sull’economia e che le misure di sostegno annunciate siano attuate con maggiore efficacia”.
In merito al posizionamento del fondo GemEquity, Kosheleva ha sottolineato che “la sottoperfromance dei titoli cinesi quotati a Hing Kong e alcuni aggiustamenti hanno comportato un ulteriore riduzione del peso della Cina nel portafoglio, che si attesta al 30,5%, ormai al 32,6% di agosto e al 32% dell’indice. Nel settore sanitario, il peso di Longi Green è stato portato dall’1,2% all’1% a favore di NIO, ormai all’0,8%. Nel settore tech, il peso di TSMC, ora sottopesato rispetto all’indice, è stato ulteriormente ridotto dal 6,5% al 5,3%. In India, ora al 15,5% contro il 14,4% dell’indice, abbiamo ridotto il peso di Reliance Industries a favore di ICICI Bnak. Siamo inoltre entrati in Dixon Technology, all’1%, un assemblatore di prodotti elettronici che beneficia dell’iniziativa governativa “Made in India”.
“All’interno del fondo GemChina, a causa della continua debolezza del settore dei semiconduttori, - ha precisato la manager - abbiamo ulteriormente ridotto la posizione nel settore tecnologico. L’81% del fondo è così investito in titoli a crescita strutturale e il 12,3% in settori ciclici. Data l’elevata volatilità registrata su tutti i mercati azionari, il livello di liquidità è stato mantenuto ad un livello relativamente alto, pari al 6,6%”.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie