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11/30/2021 | Redazione Advisor
Moneyfarm continua il proprio percorso di indagine sul tema della previdenza interrogando i risparmiatori italiani sulle loro aspettative di lungo termine e in particolare su desideri, aspettative e speranze riguardo la previdenza integrativa, con l’obiettivo di fornire all’industria del risparmio e alle istituzioni spunti di riflessione e direzioni di sviluppo dei prodotti previdenziali. Le evidenze emergono da un recente sondaggio effettuato nell’ambito di un più ampio progetto di ricerca sulla previdenza avviato un anno fa da Moneyfarm in collaborazione con Progetica, società indipendente specializzata in educazione e pianificazione finanziaria, assicurativa e previdenziale.
Il panel è stato selezionato puntando ad un’adeguata rappresentanza di genere, età e livello patrimoniale ed è composto da investitori con un buon livello di istruzione, che conoscono, come è emerso, le principali criticità legate alla previdenza e chiedono pertanto un ulteriore passo in avanti al sistema. Predisposto a investire nella previdenza integrativa per il proprio futuro, il panel analizzato mette infatti in evidenza una serie di problematiche note – trasparenza, costi, competenza e accessibilità del consulente – che possono fungere da stimolo sia all’industria del risparmio, per la formulazione di un’offerta migliore, sia alle istituzioni, per eventuali interventi normativi futuri.
“Mettersi in ascolto dei risparmiatori e soddisfarne le esigenze reali può favorire l’evoluzione del mercato della previdenza complementare in Italia", ha dichiarato Andrea Rocchetti (in foto), head of investment advisory di Moneyfarm. "A oggi il segmento non è ancora adeguatamente sviluppato nel nostro Paese e, proprio per questo, il margine di miglioramento è notevole. Fondamentale focalizzarsi sui giovani, che devono andare a integrare fin da oggi un assegno pensionistico pubblico che sarà inesorabilmente esiguo per non trovarsi costretti a rivedere significativamente il proprio stile di vita in pensione. In Moneyfarm, da sempre, crediamo che la trasparenza, l’attenzione ai costi e una consulenza di alta qualità e accessibile in modo semplice e immediato siano valori imprescindibili per chi offre un servizio d’investimento al passo coi tempi, a maggior ragione quando si parla di un tema urgente e delicato come quello della pensione”.
Quando si chiede quale caratteristica dovrebbe avere un prodotto di previdenza integrativa ideale emerge chiaramente l’esigenza di prestare attenzione ai costi. Chiamati a scegliere tra quattro caratteristiche proposte (le più note), gli investitori hanno infatti indicato “Costo basso” al primo posto, “Alto rendimento” al secondo e “Agevolazioni fiscali” al terzo. Solo chi è prossimo alla pensione (fascia 51-65) ha posto in cima alla classifica la fiscalità. Ma emerge un’esigenza ancora più interessante in seguito alla richiesta di indicare in modo del tutto spontaneo le caratteristiche che dovrebbe avere un prodotto previdenziale: la trasparenza è al primo posto su 25 caratteristiche indicate complessivamente. Ben il 70% dei rispondenti ha infatti assegnato alla voce “Trasparenza nelle condizioni, nei costi, nei rendimenti, nel sottostante dell’investimento” un punteggio di 7 su 7. La maggioranza degli investitori si aspetta che un piano di previdenza integrativa sia quindi, prima di tutto, trasparente e chiaro nel funzionamento e nei costi. Altra qualità interessante auspicata dalla maggioranza, precisamente dal 51% dei rispondenti, è il “Monitoraggio semplice e online dell’investimento” con un punteggio di 7 su 7; si sale al 55% tra gli under 35 e addirittura al 64% tra le donne, presumibilmente più oculate e più desiderose degli uomini di essere in controllo dei propri investimenti.
Entrando nel merito della consulenza finanziaria con obiettivo previdenziale emerge un altro elemento importante: l’“Affidabilità del consulente” è al secondo posto (subito dopo la trasparenza) nella classifica delle 25 caratteristiche del prodotto previdenziale ideale indicate spontaneamente dagli investitori; il 61% dei rispondenti le ha assegnato infatti un punteggio di 7 su 7 e ben l’87% un punteggio pari o superiore a 6 su 7. Chiamati a classificare più precisamente le caratteristiche ideali della consulenza che vorrebbero ricevere, gli investitori hanno indicato come prioritarie la “Competenza” e la “Disponibilità di un canale attivo di comunicazione col consulente”, a conferma, quest’ultima, del bisogno diffuso di contattare con facilità l’esperto a cui si affidano i propri risparmi.
La previdenza integrativa è ancora percepita come una sorta di black box: a frenare gli investitori la molteplicità dei prodotti offerti unita alla difficoltà di comprenderne il funzionamento e poterne quindi valutare la validità. Nonostante tutto, il 90% degli investitori mostra una certa fiducia nella previdenza integrativa.
Nella parte conclusiva del sondaggio gli intervistati si riconoscono disposti a sottoscrivere un piano di previdenza complementare a condizione che si verifichino una o più condizioni tra quelle che seguono: il 26% vorrebbe prodotti dalle caratteristiche più attraenti, il 15% preferisce aspettare di avere più liquidità a disposizione, il 12% auspica maggiori incentivi alla previdenza integrativa da parte dello Stato, il 9% sente la necessità di ricevere maggiori spiegazioni sull’utilità di un piano previdenziale integrativo. L’appello alla trasparenza, all’attenzione ai costi, alla competenza e all’accessibilità del consulente, è una sfida che l’industria del risparmio deve raccogliere per salvaguardare e accrescere il benessere delle famiglie italiane.
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