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Trentanni dal crollo dell'S&P500. La storia potrebbe ripetersi?

10/19/2017 | Marcella Persola

Ne è convinto Dave Lafferty, global chief strategist di Natixis Global Asset Management che nel suo commento evidenzia come...


"I confronti storici tra le diverse situazioni di mercato sono sempre un po’ fuori luogo: i tempi cambiano e i confronti diretti non sono mai perfetti. Ma in occasione del 30° anniversario del crollo di Wall Street del 1987, vediamo alcuni elementi di vulnerabilità che ricordano il caos che si è venuto a creare quando l’indice S&P500 sprofondò di 508 punti, perdendo oltre il 20% del suo valore di mercato in un’unica seduta" esordisce in questo modo Dave Lafferty, global chief strategist di Natixis Global Asset Management che evidenzia nella sua nota, come gli investitori dovrebbero essere cauti perché alcuni elementi di vulnerabilità che caratterizzano i mercati odierni richiamano alla memoria quel periodo.

 

" Anche se non vi è alcuna certezza, è molto probabile che i programmi di trading e le strategie di “assicurazione del portafoglio” abbiano giocato un ruolo chiave nel crollo dell’87. Non sembra però che la lezione sia stata imparata, dal momento che negli anni recenti abbiamo assistito a una crescita importante delle strategie di trading quantitativo e algoritmico, tra cui i CTA, le strategie managed futures, le risk parity products o le strategie di hedging o protection. Questi approcci osservano il mercato e reagiscono in tempo reale, creando il rischio di circoli viziosi significativi e spirali dei prezzi. Alcuni hanno assimilato le strategie momentum come un fattore chiave che può portare anche a un dilatazione dei movimenti di prezzo sia verso l’alto che verso il basso. Benché non gemelle, alcune di queste strategie sono in qualche modo simili alle tattiche di assicurazione del portafoglio spesso giudicate responsabili del crollo del 1987" prosegue Lafferty.

 

Ma quali sono i fattori ai quali prestare attenzione? Per l'esperto di Natixis Global Asset Management "La Federal Reserve sta iniziando a stringere i rubinetti, l'espansione economica statunitense si sta infatti protraendo da un po’ di tempo, e gli investitori erano preoccupati delle eccessive valutazioni. Come alla fine degli anni '80, la forza oggi dell'economia globale sta nascondendo alcune vulnerabilità del mercato. Mentre non ci aspettiamo che si ripeta ciò che è accaduto nel 1987, dobbiamo riconoscere che alcuni cigni neri, per definizione, sono inattesi. Per assurdo i bassi livelli del VIX contraddicono i potenziali shock futuri. Indipendentemente dai fattori catalizzatori, crediamo che la crescita quantitativa e algoritmica del trading possa aumentare le perdite future. Come nel 1987, il mercato oggi rappresenta oggi la teoria della "Tragedia dei Comuni". Gli investitori individuali hanno più strumenti per proteggersi di fronte a valutazioni estese e banche centrali meno accomodanti. Comunque, a livello aggregato, il desiderio di protezione dai ribassi e le strategie col pilota automatico potrebbero generare maggiori perdite in futuro" conclude Lafferty.

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