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6/8/2017
Un’ulteriore ripresa dell’attività economica globale, il moderato irrigidimento monetario in un contesto in cui le condizioni finanziarie sono estremamente allentate, nonché la retorica più morbida da parte della nuova amministrazione USA in merito alle politiche commerciali, sono fattori che hanno sostenuto i prezzi dei mercati emergenti da inizio anno. La view sui mercati emergenti di UBS AM resta ottimista a seguito del miglioramento delle condizioni sia interne che esterne a livello macro. L'asset manager della prima banca elvetica per asset fa notare inoltre che gli Stati Uniti hanno espresso la volontà di negoziare nuovi accordi commerciali con il Messico e la Cina usando toni più misurati.
"Il contesto - si legge in una recente analisi - dovrebbe continuare a favorire gli investimenti nei titoli obbligazionari dei Paesi emergenti e le condizioni finanziarie globali restano positive e favorevoli agli afflussi di capitale verso i mercato emergenti. In un contesto in cui l’economia mondiale si sta espandendo più rapidamente, i mercati emergenti sono in grado di esportare una quantità maggiore di beni e commodity a prezzi più competitivi. Tali dinamiche probabilmente rafforzeranno i conti pubblici ed esteri dei paesi emergenti". Diversi Paesi stanno, inoltre, implementando alcune riforme strutturali finanziarie e volte a migliorare la produttività che probabilmente in futuro contribuiranno a rafforzare i tassi di crescita.
Quanto alle varie asset class su questa area, UBS Am fa notare che il credito sovrano in valuta estera ha registrato un rendimento del 3,9%: il 3,2% dal carry e dalla riduzione degli spread, e lo 0,6% dai Treasury USA (secondo i dati dell’indice JP Morgan EMBI Global). L'asset manager svizzero sta monitorando, in particolare, il Venezuela (emissione bond sovrani per 5 miliardi di dollari e top performer tra gli EM a gennaio), la Mongolia (migliore performance a febbraio e accordo preliminare con l’FMI per il programma di supporto economico) e l' Egitto (prima emissione di titoli di debito dal 2015).
Quanto alla performance dei mercati obbligazionari in valuta locale, nel primo trimestre del 2017 l’indice GBIEM-GD ha reso il 6,5%, equamente ripartito tra tassi e valute. "I rendimenti del secondo trimestre 2017 saranno probabilmente più modesti, visto il punto di partenza meno appetibile, non solo negli EM ma anche su altri mercati rischiosi - sottolinea UBS AM -. Il rischio politico rappresenta ancora un fattore importante causa di volatilità sui mercati: privilegiamo ancora posizioni di duration lunga, soprattutto su Brasile e Russia".
Passando al debito societario, nel primo trimestre del 2017, le aziende dei mercati emergenti hanno registrato rendimenti complessivi fortemente positivi, risultato di una riduzione dello spread di oltre 30bp e della stabilità dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA. "Ci aspettiamo che durante il secondo trimestre del 2017 a un certo punto la volatilità aumenti e ciò richiede un posizionamento più difensivo. L’esposizione nei Paesi a beta inferiore dell’area APAC risulta interessante in un contesto di aumento della volatilità e cercheremo di ridurre la sottoponderazione in Paesi come la Corea e Singapore. La decelerazione dell’attività economica e la leva finanziaria ancora elevata in Cina invitano alla cautela ma restiamo ben disposti nei confronti delle imprese cinesi a conduzione statale soprattutto verso quelle correlate al settore energia" conclude UBS AM.
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