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Eurizon Capital punta sui PIR

3/6/2017 | Davide Mosca

Tre strumenti per tre differenti profili di rischio rendimento. Barrese, responsabile divisione banca dei territori Intesa Sanpaolo: "Raccolti 30 milioni di euro in una settimana"


Tre strumenti per tre differenti profili di rischio-rendimento. Arriva l'offerta di Eurizon Capital sui Piani Individuali di Risparmio (PIR) con una differenziazione che si concentra sulla percentuale di componente azionaria del portafoglio. Eurizon Progetto Italia 20Eurizon Progetto Italia 40Eurizon Progetto Italia 70 sono i nomi scelti dalla casa prodotto di Intesa Sanpaolo che richiamano numericamente la percentuale di portafoglio dedicata alla componente equity. Si va dunque da un profilo di rischio basso per quanto riguarda lo strumento contenete un 20% di azioni fino ad uno strumento con profilo medio-alto contenente che arriva ad una percentuale pari al 70%. Molto diversificati anche i benchmark che combinano fino a cinque differenti indici.

 

 

Per quanto riguarda le prospettive di raccolta Tommaso Corcos (nella foto), amministratore delegato di Eurizon Capital, ha confermato quanto già affermato nell'ultimo convegno Assogestioni sul tema, in cui la stima comunicata vedeva una raccolta retail a regime pari a 10 miliardi di euro con ulteriori 6 miliardi che dovrebbero arrivare dagli istituzionali. "Nella prima settimana di collocamento - ha dichiarato sul punto Stefano Barrese, responsabile divisione banca dei territori di Intesa Sanpaolo ricordando come i tre prodotti di Eurizon Capital siano disponibili da lunedì 27 febbraio - sono stati raccolti 30 milioni di euro circa; cifra che ci fa essere più che positivi." Da un punto di vista di performance le stime su un orizzonte quinquennale sono nell'ordine del 6-7% annuo per quanto riguarda la componente azionaria del prodotto e 3-4% annuo per quanto riguarda la componente obbligazionaria. " È necessario - ha sottolineato inoltre l'amministratore delegato di Eurizon Capital - "ricordare come ai risultati raggiunti dai singoli strumenti si aggiunga il vantaggio fiscale a cui si accede dopo cinque anni di detenzione dell'investimento, corrispondente all'esenzione della tassazione sui redditi da capitale."  

 

 

Un importante leva che è però in parte contrastata dalla scarsa propensione degli investitori a puntare sul sistema Italia, come conferma Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo che fa notare come complessivamente l'esposizione degli investitori italiani ad asset relativi al nostro Paese sia ad oggi nell'ordine di solo due punti percentuali, a fronte sì di effettive difficoltà in termini di crescita globale, ma anche di diffuse eccellenze nella piccola e media impresa in grado di crescere di oltre il 100% anno su anno in termini di fatturato. "Esiste un problema di fiducia - ha spiegato Alberto Baban, presidente della piccola industria di Confindustria - che è necessario sorpassare attraverso una corretta comunicazione sui distretti di eccellenza del nostro territorio." Anche secondo Corscos il contributo che può arrivare dai PIR al sistema Paese passa attraverso un cambio di narrativa da operare alla luce anche delle positive stime su rendimento e contenimento della volatilità riferite ai Piani Individuali di Risparmio.

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