Bill Gross (nella foto) svela il retroscena del suo addio a sorpresa a PIMCO lo scorso 26 settembre. Quel venerdì, annunciando il suo ingresso in Janus Capital a partire dal lunedì successivo, una notizia che scosse non poco il mercato, il re dei Bond riuscì ad anticipare la comunicazione del suo licenziamento da parte dell’azienda da lui fondata nel 1971. Ci sono voluti tre mesi, insomma, al più noto investitore obbligazionario al mondo per ammettere ciò che molti avevano già sospettato, ma ancora non scritto.

Intervistato da Bloomberg View, Gross ha confermato di essere stato defenestrato da PIMCO dopo che aveva proposto le sue dimissioni dal comitato esecutivo per assumere la supervisione del solo settore dei fondi chiusi (closed - end funds) a seguito delle divergenze con il management sulla direzione presa dall’azienda. Gli attriti con il management e il numero due Mohamed El Erian, del resto, sono cosa nota alla stampa finanziaria americana, tanto da spingere Gross lo scorso anno a dare la caccia per diversi mesi a due gestori che avrebbero spifferato informazioni ai giornalisti, mettendo in imbarazzo l'azienda.

“Per qualche motivo che mi è ancora oggi sconosciuto, hanno detto che la mia non era una buona idea e hanno deciso di licenziarmi. Non pensavo che un comitato esecutivo potesse licenziare il fondatore e titolare di un’azienda” ha chiosato ironicamente Gross che avrebbe deciso di anticipare l'uscita da PIMCO dopo che alcuni membri del comitato, tra cui l’attuale cio Daniel Ivascyn, avevano a loro volta minacciato di lasciare a seguito dello scontro con il cofondatore sulla strategia da seguire, diventato ormai insanabile. La casa di investimento californiana, controllata dai tedeschi di Allianz, di fronte all'aut aut posto da Ivascyn & Co alla fine ha preferito non assecondare le richieste del suo fondatore. Anzi, l'ha sbattuto fuori di casa.