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5/13/2014 | Redazione Advisor
EUROZONA
Migliorano nuovamente gli indici PMI.
L'indice PMI composito definitivo della zona Euro conferma il rialzo indicato nella stima preliminare (54, un valore che non veniva raggiunto dal maggio 2011, rispetto al 53,1 di marzo). Analogamente, hanno trovato conferma le variazioni dei dati preliminari della Germania (rimbalzo) e della Francia (flessione, ma ancora in area d'espansione). Gli indici PMI compositi sono migliorati soprattutto in Italia e in Spagna (dove questo indicatore ha raggiunto il livello massimo degli ultimi 85 mesi ed è ora superiore al suo equivalente tedesco). Si noti che l'indice PMI composito irlandese, che ha raggiunto i massimi degli ultimi 94 mesi, ha un valore ancora più elevato.
Delusioni riguardo ai dati reali in Francia e in Germania. Gli ordini dell'industria tedesca, che si prevedevano in crescita, hanno fatto segnare a marzo una netta flessione (-2,8% su base mensile). La produzione industriale di marzo è stata deludente sia in Germania (-0,5% rispetto al -0,2% atteso), sia in Francia (-0,7% a marzo rispetto al +0,3% atteso).
La view dei gestori:
"Il rialzo prolungato degli indici PMI è di buon auspicio per l'economia della zona Euro nel Q2. I valori molto elevati di Spagna e Irlanda ci ricordano tuttavia che questi indicatori misurano la velocità di miglioramento dell'attività (che in questi due paesi parte da livelli molto bassi), non lo stato dell'economia in termini assoluti. I dati deludenti sugli ordini tedeschi sono da ricondurre agli effetti di alcune misurazioni statistiche. Per contro, per via del calo a marzo della produzione industriale, la Francia rischia di registrare nel Q1 un dato sulla crescita inferiore rispetto a quello degli altri paesi della zona Euro".
USA
Nuovi segnali di un miglioramento dell'attività.
L'indice ISM non manifatturiero è salito nettamente ad aprile (55,2 rispetto al 53,1 di marzo e al 54 atteso), mentre l'indice PMI composito è rimasto elevato (55,6 rispetto al 55,7 di marzo).
La view dei gestori:
"Dati quali la forte creazione di posti di lavoro ad aprile e l’aumento dell'ISM manifatturiero indicano nuovamente che l'economia degli Stati Uniti dovrebbe accelerare notevolmente nel Q2 dopo un Q1 molto deludente".
CINA
Il commercio estero fa ben sperare.
Ad aprile, l’aumento delle esportazioni è stato dello 0,9% su base annua (rispetto al -1,7% atteso e al -6,6% di marzo), mentre quello delle importazioni è stato dello 0,8% (rispetto al - 2,3% atteso e al -11,3% di marzo). La bilancia commerciale ha quindi registrato un avanzo di 18,5 mld di $.
Gli altri indicatori continuano a deludere. In effetti l'indice manifatturiero PMI elaborato dall'HSBC è rimasto a quota 48,1, ancora in area di contrazione, da dove si trova da inizio anno. Nel settore dei servizi, la crescita è scesa a 51,4 ad aprile rispetto al 51,9 di marzo. Inoltre, l'inflazione si trova ai minimi dall'ottobre 2012 e ha fatto segnare ad aprile un +1,8% su base annua (contro il +2,0% atteso e il +2,4% di marzo). Questo forte calo dei prezzi al consumo è da ricondurre soprattuto alla diminuzione dei prezzi dei generi alimentari.
La view dei gestori:
"Anche se il miglioramento del commercio estero è ancora ben lontano dalla crescita a due cifre registrata due anni fa, si tratta comunque di una buona notizia. Tuttavia, le recenti spinte deflazionistiche rappresentano motivo di preoccupazione. I consumi sono stati penalizzati dal rallentamento della crescita dei redditi e dal clima depri- mente dell'economia. Inoltre, l'improvviso raffreddamento del mercato immobiliare ha contributo in egual modo a minare la fiducia dei consumatori e degli investitori. D’altro canto, la debolezza dell'inflazione offre alla banca centrale un margine di manovra interessante per mantenere bassi i tassi interbancari e garantire una crescita stabile del credito. Infine, siamo tuttora convinti che il governo centrale continuerà a prendere le misure necessarie per evitare un hard landing dell’economia".
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