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Sotto la lente: tutti i dati e le strategie di AXA IM

9/10/2024 | Marcella Persola

Con 45 miliardi di stock totale e una raccolta, da inizio anno, di oltre 300 milioni AXA IM si caratterizza per un’elevata qualità della relazione con il cliente, forti expertise nell’ambito del fixed income e un focus sulla sostenibilità


Con 45 miliardi di stock totale e una raccolta, da inizio anno,  di oltre 300 milioni AXA IM si caratterizza per un’elevata qualità della relazione con il cliente, forti expertise nell’ambito del fixed income e un focus sulla sostenibilità. Pietro Martorella (nella foto) co-head globale della distribuzione di AXA IM Core, che è la divisione di AXA IM che si occupa della gestione e distribuzione degli asset liquidi e che ha la responsabilità di diverse geografie tra cui Olanda, Paesi Bassi, Belgio, Francia, Italia, Spagna, Portogallo, il Mid East, l'Africa e le Americhe, racconta come il Sud Europa e l’Italia in questo anno abbiano dato un forte contributo alla crescita del gruppo e rappresentino un mercato in controtendenza, dove la raccolta è salita, rispetto ad altri mercati. 

Quali sono gli elementi che caratterizzano il vostro gruppo rispetto agli altri asset manager?
Sono principalmente due i fronti che ci rendono riconoscibili sul mercato. Il primo è essere un gestore attivo, obbligazionario, riconosciuto sia sul mercato istituzionale che su quello della distribuzione. Con delle punte di eccellenza nel credito, in tutta la gestione a spread e soprattutto su quella high yield. Abbiamo una posizione di leadership nel mercato istituzionale, soprattutto sulle gestioni global aggregate.

Inoltre siamo sicuramente molto attenti e anche riconosciuti come gestore sostenibile, seppure sia un tema che sta appassionando meno gli investitori, ma che fa parte del nostro DNA e continua a essere al centro della nostra attenzione in termini di risk management, ma non è un'area sulla quale abbiamo avuto un grosso riscontro in termini di interesse dal lato del mercato. Nonostante ciò abbiamo continuato a investire in questo ambito, ne sono testimonianza il range di una decina di ETF che abbiamo recentemente lanciato, anche quotati sul mercato italiano, in cui il focus è il fixed income ma sugli indici Paris Aligned, i famosi indici - PAB, che va a selezionare le migliori società in termini di emissioni ed attenzione alla sostenibilità.

Infine possiamo mettere l'accento sul livello di servizio, che è riconosciuto come ottimo in termine di client service, ossia supporto, reporting, marketing, dai nostri partner distributori e dai nostri clienti istituzionali. 

Come è andata la raccolta?
In Italia abbiamo 45 miliardi di stock e ci posizioniamo, secondo la classifica e ranking Assogestioni, tra i primi 5 operatori esteri. Per quanto riguarda la raccolta, abbiamo una raccolta positiva di 300 milioni a fine agosto, con un grosso contributo proveniente dalla distribuzione retail dove raccogliamo più di 600 milioni, un buon contributo di tutta la parte discretionary che raccoglie più o meno 250 milioni e un contributo negativo delle gestioni istituzionali per mezzo miliardo.

Quali sono stati i fattori che hanno determinato questo andamento? 
Sicuramente c'è stato un grande ritorno di interesse sul mondo obbligazionario dopo i due anni orribili passati e sicuramente questo ci ha premiato sotto due profili. Da un lato sulla gestione attiva, con una serie di prodotti top a uno, tre, cinque anni che sono stati scelti dagli investitori nel momento in cui essi hanno ricominciato a guardare all'obbligazionario, come diversificazione dal BTP. In tal senso il credito europeo total return è stato il nostro blockbuster, abbiamo raccolto quasi 600 milioni nei primi otto mesi dell'anno in Italia, ma abbiamo ottenuto anche all'estero dei buoni risultati, avendo superato i due miliardi di size del fondo. Chiaramente è stata premiata la nostra capacità di generare una performance positiva anche in anni in cui sull'asset class specifica obbligazionaria del credito aveva perso terreno. Inoltre grande interesse si è generato verso i fondi a scadenza e anche in questo caso è stata premiata la nostra capacità di selezione del credito. Infine non posso non citare l'high yield sia europeo che americano che quest'anno si è dimostrato, come l'anno scorso, essere la migliore asset class obbligazionaria come risk/return. Tutta l'area dei bond HY è forse l'area di eccellenza su cui siamo uno dei player più conosciuti, quindi credito e HY sono i due biglietti da visita più rinomati e conosciuti della nostra offerta, in particolare lato fondi.

Quali delle vostre strategie hanno premiato gli investitori? Quali sono i vostri fondi flagship? 
Come accennato il credito total return, i target maturity e l’high yield sono state le componenti maggiori della raccolta sul fronte retail, mentre sul mercato istituzionale le soluzioni di global aggregate. Poi abbiamo avuto un discreto successo anche sugli ETF, e considerando che siamo un player emergente è un risultato che ci soddisfa, e ci fa pensare che potremo avere ulteriore successo anche lì. Il prodotto che ha avuto maggiore attrazione è stato Axa Im Nasdaq 100 Ucits Etf, visto la performance del tech, che è stato il prodotto più performante con il costo più basso per l'investitore. In alternativa un altro prodotto è stato il Global Equity Sustainable quantitativo, QI, che invece non essendo eccessivamente esposto al tema growth e al tema tecnologico, ha permesso un ribilanciamento dei portafogli per quegli investitori azionari che non volevano essere super esposti su questi due fronti. 

Spaziamo un attimo, invece guardando più le altre geografie, in che cosa si è differenziata l'Italia?
Se guardiamo alla maggior parte dei mercati europei il focus è stato quasi esclusivamente su Money Market, che sono ritornati in auge con la risalita dei tassi. Quindi c'è stata un'esplosione in termini di flussi su tali fondi. In Italia invece c'è stata una ripresa progressiva della distribuzione fondi, almeno per quel che riguarda AXA IM perché il sistema è ancora in raccolta negativa, per circa 15 miliardi a giugno. In questo senso noi siamo un po' in controtendenza e siamo molto contenti di vedere questo trend che ci premia rispetto a un mercato ancora molto difficile.

Guardando al futuro quali progetti avete in cantiere? 
Il nostro focus nel breve sarà continuare a servire i nostri partner con lo stesso livello di efficacia ed efficienza con il quale l'abbiamo fatto finora. Le aree di expertise sulle quali contiamo sono quelle che loro hanno già identificato, quindi appunto il fixed income, il credito in forma flessibile o in forma di fondi a scadenza in cui abbiamo una serie di progetti già in essere. Ci aspettiamo un interesse crescente sul mondo high yield perché continua a dimostrare di essere l'asset class più resiliente in termini di ritorno.

In più ci aspettiamo di diversificare progressivamente l'esposizione in fondi tradizionali tramite il mondo ETF. Abbiamo in piano di lanciare un prodotto al mese nei prossimi mesi arrivando a una quindicina per l'inizio dell'anno prossimo. 

Speriamo di rafforzare il lavoro con i nostri partner Intesa Sanpaolo, Unicredit, Credito Emiliano, Banca Popolare dell’Emilia Romagna e Mediobanca Premier, oltre al Monte Paschi, con i quali abbiamo fatto un ottimo lavoro, d'altronde questi numeri vengono anche dalla collaborazione con delle realtà nazionali di grande successo.

Ad agosto la casa francese BNP Paribas ha annunciato l'acquisizione del vostro gruppo. Tale operazione porterà alla creazione di un player europeo molto più forte. Quali sono le skill e gli expertise che portate in tale operazione e che valore assume/rappresenta per i vostri clienti?
L'unione delle competenze e delle risorse delle nostre società ci consentirà di fornire una gamma più ampia di offerte, ulteriori capacità operative e una portata globale più estesa.

La maggiore dimensione della nostra organizzazione ci fornirà le risorse finanziarie per investire nella crescita e nell'innovazione con il supporto di AXA e BNP Paribas, potenziando la nostra capacità di offrire soluzioni di investimento sostenibili.

 

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