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10/23/2024 | Redazione ADVISOR
Il 2024 è stato un anno di cambiamenti per il panorama politico ed economico globale, con un numero record di elezioni e il passaggio delle banche centrali alla riduzione dei tassi di interesse. Ma di questi due temi, la politica della banca centrale è quella che più probabilmente influenzerà la performance del portafoglio nei prossimi 12 mesi. È quanto emerge dalla Schroders Global Investor Insights Survey di quest'anno, secondo cui gli investitori professionali globali stanno guardando oltre il rumore a breve termine creato dal ciclo elettorale per sfruttare le principali tendenze della deglobalizzazione, della disruption e della decarbonizzazione.
L'indagine, che comprende quasi 3.000 rispondenti che rappresentano circa 74,5 trilioni di dollari di asset nell'intero spettro degli investitori professionali e istituzionali, ha rilevato che l'impatto della politica delle banche centrali (70%), gli alti tassi di interesse (68%) e una potenziale recessione economica (62%) hanno adombrato qualsiasi preoccupazione per il ciclo elettorale di quest'anno. Queste risposte sono interconnesse e suggeriscono che gli investitori temono che i tassi di interesse elevati stiano iniziando ad avere un impatto negativo sull'economia globale e potrebbero temere che le banche centrali abbiano deciso di tagliare i tassi troppo tardi per evitare una flessione più marcata. In oltre 40 Paesi, che rappresentano tre quarti dell'universo investibile globale, si sono tenute o sono previste elezioni nazionali. Tuttavia, solo una minoranza degli intervistati ha adottato profili più difensivi o di riduzione del rischio a causa della maggiore incertezza che le elezioni comportano. Un'ampia percentuale (41%) ritiene invece che le elezioni siano semplicemente un rumore a breve termine che non influirà sulla propria strategia d'investimento a lungo termine.
In termini di politica nazionale, gli investitori hanno affermato che le alleanze globali sulla politica e sul commercio (44%), così come gli elevati livelli di indebitamento pubblico (35%), avranno molto probabilmente un impatto sul loro posizionamento in termini di investimento.
Johanna Kyrklund (in foto), Chief Investment Officer di Schroders, ha dichiarato: "In qualità di gestore attivo, è fondamentale rimanere concentrati sui fondamentali degli investimenti e non sui titoli che fanno notizia. L'attività economica rimane sostanzialmente positiva e l'inflazione si sta muovendo nella giusta direzione, con le principali banche centrali che stanno tagliando i tassi. Le elezioni più importanti devono ancora tenersi, con gli americani che si recheranno alle urne il mese prossimo. Tuttavia, è fondamentale ricordare che i cambiamenti politici tendono a svilupparsi nel corso di mesi e anni, piuttosto che in giorni. I risultati di questo sondaggio mostrano anche chiaramente la tensione che le banche centrali e i policymaker devono affrontare, poiché gli intervistati sono preoccupati per il rischio di inflazione tanto quanto lo sono per gli alti tassi di interesse. Inoltre, l'elevato carico del debito pubblico è una preoccupazione centrale in molte delle principali economie. Sebbene i bilanci del settore privato siano generalmente usciti in buona forma dall'era Covid, i bilanci pubblici rimangono precari".
Lo studio ha rilevato, infine, che i rischi macroeconomici, come un'inflazione più alta del previsto o un rallentamento della crescita (62%), le politiche delle banche centrali (60%) e i rischi politici (57%) sono le maggiori minacce per gli investimenti obbligazionari.
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