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Oro a nuovi record: i quattro fattori che ne sostengono le quotazioni

8/19/2024 | Max Malandra

I dati macro rimangono contrastanti e le tensioni geopolitiche restano. E così le quotazioni superano i 2.500 dollari per oncia, il 20% in più da inizio anno.


Lo scorso venerdì le quotazioni dell’oro hanno superato per la prima volta la soglia dei 2.500 dollari per oncia. Quasi il 70% in più nell’arco di cinque anni - nel 2019 il prezzo dell’oro viaggiava intorno ai 1.500 dollari – e il 20% di guadagno da inizio anno. 

 

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Un uptrend che si è intensificato dopo il primo trimestre in coincidenza con le difficoltà dell’azionario e che sta proseguendo tuttora, anche alla luce delle problematiche macroeconomiche che per ora in maniera sotterranea stanno attraversando i mercati finanziari. A Ferragosto infatti, la Bank of England ha elargito alle banche britanniche, tramite il meccanismo dello short term repo, 34,29 miliardi di sterline: si tratta di prestiti a banche che necessitano liquidità, ma soprattutto è un valore record da quando è stata introdotta questo strumento.

Negli Usa, invece, i dati macro sembrano ancora positivi. “Alcuni dati macroeconomici si sono rivelati migliori del previsto, scongiurando, almeno per ora, l’ipotesi di una recessione, mentre l’andamento dell’inflazione Usa, in linea con le attese degli analisti, sembra lasciare spazio ad un taglio dei tassi da 25 punti base nel corso della riunione di settembre” commenta Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm. “Ad ogni modo, il numero dei dati analizzati è pur sempre ristretto e non tutti i parametri rilevati nelle ultime due settimane raccontano una storia positiva: ad esempio, la componente dei prezzi al consumo relativa agli immobili ad uso abitativo ha superato le attese, mentre il calo dei prezzi alla produzione è riconducibile a una sola componente, con gli indicatori del sentiment del settore manifatturiero che continuano a suggerire come la produzione Usa stia attraversando un momento difficile. In ogni caso, i dati dipingono il quadro di un’economia non ancora pronta ad entrare in recessione, con un’inflazione abbastanza sotto controllo da giustificare un taglio dei tassi d’interesse in settembre”.

Insomma, il segnale arrivato dai mercati sembra essere stato recepito dalla Federal Reserve: del resto una semplice discesa di 350 punti dell’S&P500 (pari a un -6,3%), peraltro già recuperato, ha innescato un balzo del Vix a oltre il 40% non poteva che essere una manovra di chi muove il mercato…

 

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Di tutto questo però l’oro ha beneficiato ancora. 

“Nonostante l'ottimismo generale, il nuovo record dell'oro, che ha superato i 2.500 dollari, indica che le preoccupazioni per la stabilità economica non sono completamente scomparse - commenta Gabriel Debach, market analyst di eToro - L'oro, spesso considerato un rifugio sicuro in tempi di incertezza, riflette ancora una certa ansia tra gli investitori, anche se il VIX, noto come "misuratore della paura" di Wall Street, è sceso sotto quota 15, segnalando una diminuzione della volatilità percepita”.

“L'oro ha raggiunto un nuovo massimo storico, grazie alla crescente domanda di beni rifugio in un contesto globale sempre più incerto” conferma Quasar Elizundia, Research Strategist di Pepperstone

“Personalmente, mantengo una prospettiva rialzista per l'oro, con un obiettivo a medio termine di 2.700 dollari l'oncia. Questa previsione è sostenuta da diversi fattori chiave”. Lo strategist ne elenca quattro. 

Aspettative di taglio dei tassi da parte della Federal Reserve statunitense. Con l'avvicinarsi del potenziale inizio di un ciclo di riduzione dei tassi, l'oro diventa più interessante rispetto ad altri beni rifugio che generano rendimenti. Se questi tagli si concretizzeranno, potremmo assistere a un'accelerazione della domanda di oro, con un ulteriore aumento del suo prezzo.

Rallentamento economico: con i mercati abbiano già scontato alcuni tagli dei tassi, la possibilità che siano inferiori alle aspettative potrebbe esacerbare il rallentamento già in corso in alcune aree dell'economia. I recenti dati sul settore immobiliare statunitense, in cui gli avvii di abitazioni e i permessi di costruzione sono ai minimi di quattro anni, suggeriscono che la politica monetaria restrittiva sta avendo un impatto significativo. 

Acquisti di oro fisico. Un altro fattore che continua a sostenere l'oro è l'acquisto fisico di riserve da parte di nazioni come la Cina. Queste acquisizioni sono motivate dalla necessità di diversificare le riserve ed evitare la vulnerabilità alle sanzioni internazionali, come quelle alla Russia. Sebbene la Cina non abbia aumentato le proprie riserve negli ultimi tre mesi, il loro valore è aumentato significativamente grazie all'apprezzamento dell'oro, a testimonianza della crescente importanza del metallo nell'attuale contesto geopolitico.

Tensioni geopolitiche globali. Continuano a rappresentare un rischio significativo per la stabilità globale. Qualsiasi escalation in queste regioni potrebbe innescare una maggiore domanda di beni rifugio, tra cui l'oro, rafforzando ulteriormente il suo profilo rialzista.

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