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Multi-asset: se ne tornerà a parlare

5/17/2024 | Marcella Persola

Abbiamo chiesto a Niccolò Rabitti di Morgan Stanley IM e Filippo Battistini di Allianz Global Investors se è il momento di ritornare ad allocare parte degli investimenti in tali strumenti


Si può tornare a parlare di multi-asset? Mentre è di oggi la notizia che abrdn starebbe per chiudere il suo fondo Multi-Asset Climate Solutions (MACS) dopo che non è riuscito ad attirare un sufficiente interesse da parte degli investitori, così come ha riportato Investment Week, abbiamo voluto capire quali sono le prospettive che accompagnano questa asset class, che sembra essere caduta nel dimenticatoio dopo anni di popolarità, soprattutto quando i tassi erano bassi. 

“Il 2022 ha creato una disaffezione profonda nei confronti dei multi-asset perché chiaramente è stata un asset class che non ha performato secondo le attese degli investitori. E ad oggi – a nostro parere - ancora non è del tutto tornato l'interesse degli investitori e degli intermediari: i consulenti finanziari sono i primi a non prendere in considerazione i multi-asset e secondo noi questo non è il corretto approccio” così sottolinea Niccolò Rabitti co-head of Italy & head of retail distribution di Morgan Stanley Investment Management.

Per l'esperto di Morgan Stanley IM però è un errore che potremmo pagare nei prossimi anni, perché il multi-asset in un paese come l'Italia, in cui l'investitore ha ancora una sottoesposizione all'azionario, è l'unico modo per incrementare indirettamente l'esposizione in equity. “Un investitore che è sottoesposto all'equity, ha bisogno del multi-asset per generare una performance. A fronte di un 20% di equity direzionale non si può avere l'80% in obbligazioni cash, perché questo rischia di annacquare la performance. Per questo è necessaria un’esposizione multi-asset. Tuttavia il 2022 ha fatto sì che questa asset class non riscuotesse l’interesse degli investitori a causa delle deludenti performance” precisa Rabitti.

“Noi riteniamo determinante per il ritorno del multi-asset tre fattori in particolare: in primis il fatto che l'inflazione sembra essere finalmente tornata sotto controllo, anche se sarà difficile tornare ai tassi zero, o addirittura negativi, di qualche anno fa. Questi, infatti, hanno rappresentato un’anomalia nella storia finanziaria. Il secondo fattore è che siamo alla vigilia di quello che dovrebbe essere l'inizio di un ciclo più accomodante da parte delle principali banche centrali, in particolare da parte di FED e BCE. E il terzo fattore è il fatto che ci troviamo in una fase dove i rendimenti reali, vale a dire i rendimenti nominali al netto dell'inflazione attesa, sono tornati in terreno positivo e a nostro avviso queste sono le condizioni ideali per tornare a riposizionarsi e ad investire su strategie e su fondi multi-asset o bilanciati” spiega Filippo Battistini, head of business development retail wholesale Italy AllianzGI.

 

“Aggiungo un altro fattore favorevole: se si considerano i primi anni 20 di questo millennio, salvo qualche rara eccezione, le due asset class tradizionali che compongono i portafogli multi-asset, ovvero azioni e obbligazioni, hanno avuto una correlazione negativa. Invece, nel 2022 si è verificata una situazione dove questa correlazione è diventata positiva: di conseguenza, in un anno drammatico per tutte le asset class,  i fondi multi asset hanno sofferto particolarmente.  Questo spiega anche i numeri che abbiamo registrato a livello di industria nel 2022 e anche nel 2023” continua l'esperto di Allianz GI.

“Contrariamente a quanto si possa pensare, questo è il momento migliore per inserire un multi-asset in un portafoglio. Si arriva da un quinquennio in cui il multi-asset che aveva un 40-50% di obbligazionario era praticamente zavorrato, oggi invece l'esposizione obbligazionaria porta rendimento; ne consegue, quindi, che avere un 50% del portafoglio con un rendimento in pancia del 4-5% permetta di mettere al sicuro la performance dell'asset class, oltre al fatto che la componente azionaria genera l’extra rendimento. Paradossalmente quindi, oggi un portafoglio multi asset, gestito bene, diversificato, con una componente di flessibilità, in un orizzonte di cinque anni sarà in grado di realizzare un rendimento tra il 6 e il 7% annualizzato, che è esattamente quello che deve fare un multi-asset, cioè una performance intermedia tra l'equity e il fixed income” spiega Rabitti. 

Per l'esperto torneremo a parlare di multi-asset, il mercato prenderà atto nei prossimi anni dell’esigenza di questa tipologia di strategie. Quali sono i fattori che potrebbero in un certo senso frenare lo stesso mondo del multi asset? “Il fattore prevalente sono le performance: è chiaro che il risparmio gestito sia un mondo che dipende dai rendimenti, e di conseguenza l’aver avuto dei portafogli multi asset che non hanno creato valore nel corso degli ultimi anni rappresenta la causa scatenante di tale disaffezione. Il 2022 è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso e oggi sono gli asset manager che con le performance devono ricostruire quella fiducia nei confronti dell'asset class e nei confronti dei prodotti multi-asset. Nel 2023 in parte c’è stata una ripresa da questo punto di vista, il 2024 deve essere una conferma” sottolinea Rabitti.

“Se la situazione dovesse rimanere quella attuale, quindi con il perdurare a questi livelli dei tassi di interesse, sarebbe difficile riuscire a convincere gli investitori a muoversi dal risparmio amministrato, in particolar modo dai BTP, verso il risparmio gestito e quindi anche verso i fondi” evidenzia Battistini.

"Non sono da escludersi dei picchi di volatilità nei prossimi mesi. Ecco perché noi raccomandiamo all'interno di un portafoglio multi-asset di allocare una parte ridotta e ben calibrata del portafoglio su strumenti che offrono protezione in queste fasi,  ad esempio strategie in opzioni, strategie liquid alternative e materie prime come ad esempio l’oro, la cui quotazione è stata avvantaggiata da massicci acquisti da parte delle Banche Centrali Cinese e Russa che intendono ridurre in prospettiva la dipendenza dal dollaro americano" conclude Battistini. 

Quindi non è un prodotto superato? “A nostro avviso non è assolutamente un prodotto superato. L'asset management è fatto di cicli. Ci sono dei cicli in cui i multi asset sono molto in voga, poi lo diventano di meno, spesso a seguito di performance deludenti, così come poi tornano in voga i prodotti long short e magari poi succede qualcosa per cui escono dal mirino degli investitori” conclude Rabitti. 

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