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Il portafoglio ad hoc per affrontare la transizione

11/8/2023 | Daniele Riosa

Per gli analisti di J.P. Morgan AM, "il semplice inserimento di un'allocazione di strumenti alternativi pari al 25% in un portafoglio 60/40 fa salire le previsioni di 60 pb e migliora del 12% l'indice di Sharpe".


La transizione in corso porterà numerosi cambiamenti per gli investitori, non tutti positivi, ma anche grandi opportunità. Lo ha spiegato Thushka Maharaj, global strategist di J.P. Morgan Asset Management, presentando alla stampa il Long-Term Capital Market Assumptions 2024.

Nell’outlook di lungo periodo della branca di risparmio gestito della più grande banca d’investimento al mondo, si sottolinea che “gran parte di ciò che definisce il contesto economico è in transizione. La transizione fa seguito a due eventi sismici, la pandemia globale e l’invasione dell’Ucraina, e segna un cambiamento con implicazioni su vasta scala per gli investitori. In sostanza, si tratta di un passaggio da un mondo di disinflazione persistente, politica monetaria estremamente espansiva e moderazione fiscale a uno con rischio bidirezionale per l’inflazione, politica monetaria più convenzionale e maggiore attivismo fiscale”.

Questo contesto in evoluzione “ci impone di rivedere non solo le ipotesi di rendimento degli attivi, ma anche quelle alla base della diversificazione e costruzione del portafoglio. La nostra previsione per l’iconico portafoglio azioni-obbligazioni 60/40 in dollari USA scende di 20 pb dallo scorso anno al 7,0%, ma rimane di 100 pb al di sopra del rendimento medio a 25 anni e di 410 pb al di sopra del rendimento da noi previsto per la liquidità. Il rapporto 60/40 continua a essere un’ottima base di costruzione del portafoglio, ma in un mondo in transizione vi sono molti modi di costruire il portafoglio utilizzando tale rapporto come punto di partenza. Per esempio, il semplice inserimento di un’allocazione a strumenti alternativi pari al 25% in un portafoglio 60/40 fa salire le previsioni di 60 pb e migliora del 12% l’indice di Sharpe”.

“Nei prossimi 10-15 anni - si legge - faremo fronte non solo alle problematiche di un mondo in transizione ma anche, in ugual modo, all’opportunità di costruire portafogli resistenti a tali problematiche. La transizione da disinflazione a rischi bidirezionali per l’inflazione e da una politica accomodante a costi del capitale più elevati, ci impone di isolare i portafogli da qualcosa di più dei semplici shock per la crescita. Al tempo stesso, sarà importante cogliere i temi di investimento emergenti, soprattutto in relazione alla transizione energetica e all’adozione della tecnologia. Il portafoglio 60/40 ha superato la prova del tempo, ma le attuali prospettive di rendimenti interessanti in gran parte dei mercati degli asset consentono agli investitori di sfruttare il 60/40 con modalità diverse e innovative”.

“La costruzione di portafogli più intelligenti per un mondo in transizione - si specifica - richiede agli investitori di andare oltre la liquidità e i benchmark per cogliere rendimenti migliori nell’ambito delle serie di opportunità esistenti. L’ampliamento delle serie di opportunità, soprattutto sul fronte degli investimenti alternativi e tramite una maggiore diversificazione internazionale, può schiudere nuovi orizzonti di rendimento e diversificazione. E alla luce del maggiore rischio bidirezionale per l’inflazione e del cambiamento a livello di fonti di capitale, osserviamo crescenti opportunità per gli investitori di migliorare i rendimenti tramite alfa attivo e selezione del gestore. Lo scorso anno la transizione più netta è avvenuta nella politica monetaria. I tassi di riferimento più elevati rendono la liquidità un asset più interessante; tuttavia, i tassi più alti penalizzano i detentori di altri asset a causa del costo del carry. E’ comunque improbabile che i tassi restino elevati a lungo e l’ostacolo del carry verrà meno rapidamente. La stima di tassi di liquidità reali neutri rispetto al ciclo aumenta leggermente, ma in media gli indici di Sharpe e i premi al rischio previsti altri asset non risentono particolarmente dei tassi di liquidità iniziali elevati. Ciò nonostante, le curve invertite e i tassi di liquidità iniziali elevati comportano una difficoltà tattica che gli investitori devono gestire nel breve termine”.

Gli analisti di J.P. Morgan AM rilevano che “sebbene i tassi di liquidità elevati appaiano interessanti, gli investitori dovrebbero ricordare che l’investimento in Treasury Bill può consentire di percepire il 5% a fronte di un rischio limitato oggi, ma non permette di ottenere rendimenti composti nel lungo termine. In breve, è imperativo andare oltre la liquidità. Secondo le nostre stime, un dollaro investito in liquidità varrà, in termini reali, USD 1,04 di qui a un decennio, mentre in un semplice strumento di mercato pubblico 60/40 salirebbe a USD 1,54, e in uno strumento 60/40 con il 25% di strumenti alternativi varrebbe oltre USD 1,6”.

Nel lungo termine, “l’insieme degli asset si muove generalmente in linea con i tassi di liquidità in quanto i rendimenti attesi dai vari asset oscillano al rialzo e al ribasso, grosso modo in sintonia con il loro profilo di rischio. Di conseguenza, per gli investitori che si sono già spinti oltre la liquidità, la capacità di estendere ulteriormente il raggio d’azione entro la loro serie di opportunità a livello di asset, allocazione fattoriale, diversificazione internazionale, strategie di currency overlay, ecc., non è limitata dai tassi di liquidità più elevati”.

Il Long-Term Capital Market Assumptions 2024 ricorda che “rispetto allo scorso anno, le valutazioni azionarie sono più alte e si traducono in un modesto fattore ciclico sfavorevole per le azioni. Per contro, i rendimenti iniziali elevati sono un fattore ciclico favorevole per le obbligazioni. Nel complesso, la componente ciclica dei rendimenti rimane tuttavia relativamente ridotta. Lo scorso anno il nostro messaggio si è sostanzialmente incentrato sul balzo delle previsioni dei rendimenti previsti per la serie di attivi dei mercati pubblici, mentre quest’anno riguarda più l’ampiezza delle opportunità disponibili nei mercati degli attivi in generale. Quando il rischio di inflazione è bidirezionale e la correlazione azioni-obbligazioni non è più negativa in modo affidabile, gli investitori devono ampliare la loro serie di opportunità per includere nuovi assi di diversificazione allo scopo di proteggere i portafogli e rafforzare i potenziali rendimenti”.

Un set di opportunità più ampio - prosegue l’outlook - può certamente includere asset alternativi, che nel 2022 si sono dimostrati efficaci come elemento di diversificazione in un contesto di inflazione. Spesso si contesta l’illiquidità degli investimenti alternativi, ma crediamo che la liquidità rimanga un premio al rischio sottoutilizzato in numerosi portafogli. Inoltre, le opportunità di alfa derivanti dalla selezione del gestore nell’ambito degli investimenti alternativi possono spesso alleviare le preoccupazioni per l’illiquidità. Il contesto per migliorare i portafogli tramite la selezione del gestore e l’alfa attivo è ritornato a seguito dell’abbandono delle politiche estremamente espansive. Le banche centrali non forniscono più capitali illimitati a basso costo; al contrario, i tassi di liquidità più elevati vanno a drenare fonti di capitale private. Oggi il capitale non è necessariamente scarso, ma non è più a costo zero. In parole povere, quando il capitale è fornito da acquirenti di asset con un obiettivo di stabilità finanziaria, gli acquisti sono indiscriminati, ma quando il capitale è fornito da investitori con un obiettivo di rendimento, gli acquisti sono selettivi. Gli investimenti più selettivi incrementano la differenziazione delle performance degli asset e il potenziale per gli stili di investimento attivi”.

“Naturalmente - si rimarca nel report - vi sono rischi per le nostre prospettive. Riteniamo però che i mercati degli attivi odierni offrano molte opportunità per incorporare rendimenti diversificati nei portafogli e migliorare così la resistenza di tali portafogli agli shock. Dalla sintesi delle nostre prospettive di rendimento, emerge che le frontiere tra azioni e obbligazioni sono più piatte, in quanto riflettono un punto iniziale del ciclo più avanzato, con tassi elevati, ma il livello di rendimenti disponibili per gli investitori azionari è ancora in prossimità della media di lungo termine. Man mano che l’inflazione scende verso il livello neutro rispetto al ciclo a lungo termine, i rendimenti reali disponibili per i vari asset creano un contesto d’investimento ragionevolmente interessante. Notiamo anche un terreno di caccia più ricco per gli investitori attivi poiché le nuove fonti di capitale impongono una maggiore differenziazione a livello di asset”.

“Una cosa è chiara: in un mondo in transizione, il capitale è in movimento. Stare a guardare non è un’opzione e nel lungo periodo crediamo che i mercati degli asset continuino a offrire prospettive di rendimento interessanti agli investitori con ogni grado di propensione al rischi”, concludono gli esperti di J.P. Morgan Asset Management.

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