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Banche e deflazione in Cina affossano i mercati

8/9/2023 | Marcella Persola

Il taglio del rating di Moody's ha riacceso i timori per la qualità degli asset nel settore bancario. Ma il campo già minato si oscura anche dopo la diffusione dei dati cinesi che...


Non solo in Italia ma anche all’estero le banche sono sotto pressione. E’ il caso degli USA dove le azioni sono scese martedì, trascinate al ribasso proprio dai titoli bancari che hanno risentito del taglio del rating da parte di Moody’s su alcuni istituti di credito d’oltreoceano.  Così come riporta il FT Moody's ha tagliato il rating su dieci banche di piccole e medie dimensioni e ha messo sotto osservazione alcune grandi banche, tra cui Bank of New York Mellon e U.S. Bancorp, che potrebbero presto subire un downgrade.

 

Le motivazioni alla base del taglio di Moody's sono pressione sulla redditività da tassi più elevati, maggiori costi di finanziamento e rischi per la qualità degli asset, in particolare nel settore immobiliare commerciale.

 

La notizia ha riacceso i timori per la salute del settore bancario del paese, dato che le banche statunitensi hanno subito perdite per quasi 19 miliardi di dollari su prestiti deteriorati nel secondo trimestre, il livello più alto in più di tre anni.

 

Intanto i regolatori Usa hanno multato, così come evidenzia l’agenzia Reuters, per un totale di 549 milioni di dollari 15 grandi istituzioni finanziarie che non sono riuscite a tenere traccia delle comunicazioni dei dipendenti violando le norme federali. Si tratta nello specifico di Wells Fargo, BNP Paribas, Bank of Montreal e Société Générale per l'uso di beni personali da parte dei dipendenti come app di messaggistica per discutere di affari.

 

Ad oscurare ancora di più il campo già minato anche la notizia della deflazione in Cina. I prezzi al consumo, infatti, a luglio cedono lo 0,3% su base annua, segnalando il primo calo da febbraio 2021 e la fase di deflazione in scia al rallentamento dei consumi interni che complica la ripresa economica. Secondo i dati dell'Ufficio nazionale di statistica, vanno male anche i prezzi alla produzione: -4,4% annuo, peggio delle stime di -4,1% e meglio del -5,4% di giugno. 

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