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Comparto creditizio, opportunità nell’high yield

6/22/2023 | Redazione Advisor

Flavio Carpenzano (Capital Group): “I titoli BB nel settore farmaceutico e in quello delle telecomunicazioni, in caso di recessione, evidenzierebbero a nostro parere una certa resilienza”


“Il sell-off osservato nel 2022 nei mercati obbligazionari è dipeso dall’aggressivo incremento dei tassi d’interesse e non ha riguardato solamente un’area o un segmento specifico”. Flavio Carpenzano, investment director per il reddito fisso di Capital Group, spiega che “per quanto il 2022 sia stato difficile, la buona notizia è che, quando si verifica un repricing trainato dai tassi, questo crea opportunità in tutti i segmenti del comparto creditizio, consentendo di diversificare il portafoglio senza sacrifici significativi sul fronte dei rendimenti“.

“L’incremento dei rendimenti - sottolinea il manager - ha ripristinato il ruolo dell’obbligazionario come fonte di reddito e fattore di diversificazione per i portafogli. L’attuale mix tra valutazioni e prospettive macroeconomiche crea un’interessante opportunità a lungo termine. Qualora i tassi rimanessero più elevati più a lungo gli investitori obbligazionari percepirebbero gli attuali livelli molto elevati di rendimento; se invece l’economia entrasse in recessione e le banche centrali iniziassero a mettere in atto un allentamento delle politiche monetarie trarrebbero profitto dall’aumento dei prezzi oltre che dai rendimenti stessi”.

Per quanto riguarda il comparto creditizio, “nell’high yield ravvisiamo già un certo valore, come nel caso dei titoli BB nel settore farmaceutico e in quello delle telecomunicazioni, che in caso di recessione evidenzierebbero a nostro parere una certa resilienza. Con il rallentamento dell’economia, secondo le nostre previsioni, più avanti nel corso di quest’anno si presenteranno opportunità di acquistare più titoli high yield a spread più ampi. Nell’high yield siamo tuttavia posizionati in maniera complessivamente prudente. La nostra attenzione si concentra sulle società con elevati flussi di cassa e meno esposte a una potenziale recessione, come quelle con rating BB nel settore farmaceutico e in quello delle telecomunicazioni. Guardando al mercato high yield nel suo insieme è importante riconoscere come negli ultimi anni sia cambiato molto: oggi si tratta di un indice di qualità molto più elevata, con circa il 50% delle società high yield statunitensi che possiede attualmente un rating pari a BB”.

Il gestore ravvisa “specifiche opportunità tra i titoli dei mercati emergenti in dollari. Si tratta di un segmento ampio e variegato, suddiviso all’incirca in maniera eguale tra emittenti investment grade e high yield. Nell’attuale contesto tendiamo a reputare i titoli investment grade dei ME sopravvalutati. In quest’area del comparto le valutazioni appaiono lievemente elevate rispetto a quello dei titoli corporate IG. Al momento ravvisiamo maggior valore negli emittenti dei ME con rating high yield. L’America Latina offre a nostro giudizio valore; nell’area, infatti, gli emittenti sono favoriti dall’ingente export di materie prime (sulla scia della riapertura cinese), mentre le banche centrali hanno incrementato i tassi per contrastare l’inflazione in maniera più proattiva rispetto alle loro omologhe dei mercati sviluppati”.

Il manager ritiene che “stiano iniziando a emergere interessanti opportunità nel campo delle CMBS conduit a livello delle tranche AA e A, a seconda dell’emissione. Si tratta di un’area del mercato che offre al momento rendimenti attrattivi e in cui in alcuni casi gli spread disponibili sono migliori di quelli offerti dai titoli corporate high yield. Riscontriamo poi specifiche opportunità tra le obbligazioni corporate high yield fortemente esposte all’immobiliare commerciale che hanno subito un sell-off sulla scia della pressione generalizzata che ha riguardato quest’ultimo. Esaminando più da vicino gli asset sottostanti, tuttavia, si tratta spesso di ottimi immobili; quindi, è possibile detenere tali titoli in tutta tranquillità. La chiave, come sempre, è un’approfondita ricerca bottom-up sui fondamentali”.

“Anche se siamo diretti verso una recessione - conclude Carpenzano - preferiamo comunque detenere titoli corporate investment grade nell’ambito di un portafoglio diversificato. In caso di recessione gli spread dell’investment grade si allargherebbero, ma trattandosi di un’asset class di maggiore qualità è improbabile che quest’ampliamento risulti drastico. In quest’eventualità, inoltre, i Treasury metterebbero a segno con tutta probabilità un rally, forse di entità significativa. A livello di segmento ravvisiamo buon valore nei titoli investment grade dei settori servizi di pubblica utilità, aerospaziale e farmaceutico”.

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