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Gestore della settimana: il debito emergente deve essere in chiave impact

6/19/2023 | Marcella Persola

Secondo Anupam Damani, head of International and EM & co-head of portfolio management, di Nuveen "se non si affrontano le sfide delle economie emergenti, non c'è speranza di realizzare l'Agenda 2030".


Alcuni venti forti del 2022 sembrano essersi attenuati, nonostante il contesto resti sfidante. Ma secondo Anupam Damani, (nella foto) head of International and EM & co-head of portfolio management, e co-head of global fixed income portfolio management, di Nuveen ci sono delle buone ragioni per guardare al debito dei mercato in chiave impact, perché  come dice l'esperta "Se non si affrontano le sfide delle economie emergenti, non c'è speranza di realizzare l'Agenda 2030".

 

 

L’anno scorso è stato molto difficile per il debito dei mercati emergenti, il 2023 può portare una svolta o il mix di tassi alti negli Usa e inflazione resistente penalizzerà ancora l’asset class?
Vediamo molte opportunità per il debito dei mercati emergenti nello scenario attuale, in quanto ci troviamo in un contesto macroeconomico molto più favorevole e stabile rispetto a quello dell'anno scorso. Alcuni dei forti venti contrari del 2022, come l'aumento dei tassi USA, la forza del dollaro, l'escalation dell'inflazione accelerata dal conflitto Russia/Ucraina, sembrano svanire man mano che la Fed si avvicina al tasso terminale. Inoltre, si prevede che la crescita dei mercati emergenti acceleri molto più rapidamente quest'anno e il prossimo. Sebbene lo scenario macro appaia più favorevole, il sentiment e i flussi di mercato possono spesso prevalere su questi fattori, e farlo per un periodo di tempo piuttosto lungo. Ad attenuare questa dinamica, il quadro tecnico appare più favorevole, in quanto l’asset class è piuttosto sottorappresentata nei portafogli e offre un margine di rialzo dal punto di vista dei flussi.

 

 

Cosa caratterizza il vostro approccio a impatto sul debito dei mercati emergenti?
Nel nostro approccio impact al debito dei mercati emergenti poniamo una forte enfasi sulla governance. Ad esempio, le recenti turbolenze nel settore finanziario statunitense hanno mostrato l'aspetto negativo dell'affidarsi esclusivamente a fornitori ESG terzi, per i quali una governance scadente può spesso essere compensata da metriche sociali e ambientali superiori. Riteniamo che una governance di qualità sia alla base dei fattori sociali e ambientali e che senza una governance forte gli altri pilastri siano misure meno affidabili. Questo parametro deve essere valutato secondo gli standard più elevati, indipendentemente dal settore o dal livello di reddito. Riteniamo inoltre che, indirizzando il capitale verso gli emittenti con le migliori performance sui fattori E, S e G, si possano evitare le insidie che spesso affliggono gli emittenti emergenti.

Possiamo far leva su un’esperienza di oltre 50 anni negli investimenti a impatto e su un posizionamento unico in qualità di pionieri in questa classe di investimento. Abbiamo investito per la prima volta in titoli dei mercati emergenti negli anni ’70 e lanciato il primo fondo di investimento responsabile obbligazionario nel 1990. Negli anni abbiamo sviluppato una forte competenza nel debito emergente con un team dedicato, costituito nel 1997.

Per rispondere alla crescente domanda degli investitori di soluzioni che offrano rendimenti e che al tempo stesso abbiano un impatto positivo sull’ambiente, lo scorso novembre abbiamo ampliato la gamma di soluzioni a impatto globale con una strategia articolo 9 che punta a indirizzare il capitale verso emittenti che dimostrano leadership ESG e sono nella posizione migliore per affrontare le principali sfide sociali e/o climatiche, oppure verso titoli che soddisfano i parametri di investimento definiti dal nostro Impact Framework. Oggi gestiamo oltre 13 miliardi di dollari di asset sul debito emergente.

 

Perché l'Impact debt degli emergenti potrebbe essere più interessante del semplice debito dei mercati emergenti?
Continuiamo a vedere opportunità per gli investitori di ottenere risultati sia finanziari sia in termini di sostenibilità investendo attraverso un’ottica ESG e grazie alla crescita accelerata del numero di obbligazioni sociali e verdi collocate da emittenti sovrani e societari dei mercati emergenti.Queste consentono alle aziende e ai governi di raggiungere nel tempo risultati sociali più ecologici e sostenibili. Inoltre, per sperare di realizzare l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è necessario mobilitare tra i 5.000 e i 7.000 miliardi di dollari all'anno e i Paesi in via di sviluppo devono far fronte a un deficit di finanziamento medio annuo di 2.500 miliardi di dollari. Questi problemi sono stati esacerbati dalla pandemia COVID-19 e dalla guerra in Ucraina. Se non si affrontano le sfide delle economie emergenti, non c'è speranza di realizzare l'Agenda 2030.

 

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