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8/29/2022 | Marcella Persola
Il value ritornerà in auge. Ne è convinto Sebastien Mallet (nella foto), gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV - Global Value Equity, T. Rowe Price che sottolinea come "il ritorno dell’inflazione e l’innalzamento dei tassi di interessi" favorirà un ritorno del value.
La società e, di conseguenza, i mercati sono stati scossi da fenomeni unici negli ultimi anni: quali conseguenze strutturali ci sono state sulle strategie d’investimento?
In seguito alla Grande Crisi Finanziaria del 2008, le banche centrali di tutto il mondo hanno risposto tagliando i tassi di interesse e immettendo nel sistema grandi quantità di liquidità, fattore questo che riteniamo abbia alimentato l’inflazione. Una dinamica in atto già prima della pandemia, ma che è stata prolungata dai governi e dalle banche centrali per fornire sostegno alle economie chiuse. Con le riaperture in tutto il mondo, abbiamo assistito alla crescita dell’inflazione a causa delle disruption nelle catene di approvvigionamento, alla politica zero-Covid cinese e all’invasione russa dell’Ucraina, che ha fatto impennare i prezzi dell’energia e delle materie prime, spingendo l’inflazione a livelli ancora più alti. Sul fronte degli investimenti se, dunque, le politiche che hanno seguito la Grande Crisi hanno permesso al growth di sovraperformare il value, ora, con il ritorno dell’inflazione e l’innalzamento dei tassi di interessi, stiamo assistendo ad un ritorno del value.
Tra gli elementi cruciali per questo cambio di scenario, c’è - come detto - l’inflazione: cosa dobbiamo aspettarci?
È impossibile prevedere come si muoverà il mercato, possiamo però affermare che oggi ci troviamo in uno scenario molto diverso, con numerosi ostacoli da affrontare. Con un’inflazione così elevata, per le aziende non è semplice leggere i trend futuri dei costi delle materie prime, e di conseguenza sarà più difficile prevedere i profitti. Gli investitori si chiedono se la Fed sarà in grado di organizzare un atterraggio morbido per l’economia americana, senza portarla in recessione.
L’aspetto preoccupante è che questa inflazione è dovuta in parte alle dinamiche di domanda e offerta, ma in parte c’è una componente più strutturale legata all’aumento di stipendi, affitti e prezzi dei beni agricoli.
Inoltre, preoccupa anche il fatto che i bilanci delle banche centrali sono stati sempre più utilizzati per fornire supporto attraverso sussidi e supporti fiscali, in primis per affrontare la pandemia, ed ora per gestire il carovita.
In tale contesto, gli investitori a cosa dovrebbero prestare attenzione?
Storicamente, una maggiore inflazione e tassi più alti hanno supportato i titoli value. Con queste condizioni, i profitti di oggi hanno più valore di quelli di domani, perchè sono meno prevedibili: solitamente, i titoli value mostrano profitti migliori nel breve termine, mentre quelli growth sono valutati in base ai profitti futuri.
Viviamo in tempi di volatilità, che si riflette sui mercati. Tuttavia, abbiamo sempre creduto che la volatilità rappresenti un'opportunità per gli investitori disposti a intraprendere una rigorosa analisi fondamentale. I diversi tipi di titoli "value" sono efficaci in momenti diversi, a seconda delle condizioni economiche e di mercato. Una combinazione di società di alta qualità con un maggiore flusso di cassa e di società cicliche poco favorite e a più alto rischio può dare equilibrio al portafoglio, soprattutto in un contesto macroeconomico in deterioramento.
Come pensate di affrontare tutto ciò in termini di posizionamento del portafoglio?
Data la complessità della situazione, è necessario disporre di profonde conoscenze fondamentali sulle prospettive di materie prime e società. Dobbiamo domandarci: dove ci viene presentato il profilo asimmetrico di rischio-rendimento più favorevole?
Più in generale, le società in tutto il mondo affrontano costi di input in crescita, assieme a problematiche nel mercato del lavoro e nella catena dell’offerta. Ci sono alcuni settori che offrono un più alto grado di protezione contro l’inflazione, come le utility e il settore sanitario e, in entrambi, abbiamo un’allocazione sovrappesata. A livello macro, in qualità di investitori value, miriamo a identificare quelle situazioni in cui il mercato sta reagendo eccessivamente a queste pressioni e sta penalizzando ulteriormente le valutazioni di una società.
Un investitore dove dovrebbe concentrarsi oggi in termini di settore e area geografica?
Negli ultimi 12 mesi, ci siamo spostati da aree cicliche del mercato ad altre che offrono caratteristiche più difensive, tra cui i settori sanitario e delle utility. Allo stesso tempo, abbiamo aumentato il peso nel settore energetico, riducendo aree sotto pressione come i servizi di comunicazione e l’information technology. Vediamo buone opportunità nei mercati internazionali, come evidenzia la nostra alta esposizione a Giappone, Europa e Mercati Emergenti come Cina, India e Brasile. In generale, notiamo che la maggior parte dei mercati, inclusa l’Europa, è più interessante del Nord America.
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