In poco più di quindici anni l'Italia ha fatto i conti con quattro tagli del rating, tre promozioni e diversi allarmi. Uno dei quali lanciato già nel lontano 1995 quando Standard & Poor's modificò da stabili a negative le prospettive sul rating AA del debito pubblico. 

 

Tra il 1996 e il 2002 si è invece aperta la fase migliore per l'Italia che ha ricevuto due promozioni da parte di Moody's che tra il 1996 e il 2002 ha portato la sua valutazione da A1 ad Aa2, mentre Standard & Poor's ha riportato da negative a stabili le prospettive sul rating AA. Ma risale proprio al 2002 l'ultimo momento di gloria dell'Italia. Nel mese di giugno di quell'anno Fitch ha alzato il giudizio da AA- ad AA: l'ultima promozione.

 

Tra gennaio 2003 e settembre 2011 è stato un continuo allarme. Soprattutto a firma Fitch e Standard & Poor's. La prima agenzia ha modificato le prospettive della AA da stabili a negative nel giugno 2005 e da negative a rating watch negative nel maggio del 2006, per poi declassare l'Italia, nell'ottobre dello stesso anno da AA ad AA-.

 

Standard & Poor's, invece, è partita a gennaio 2003 con la modifica delle prospettive da stabili a negative per poi portare la doppia A ad AA- nel luglio del 2004. Dopo poco più di un anno anche la AA- è stata accompagnata da prospettive negative che nell'ottobre 2006 si sono tradotte in un declassamento fino ad A+. Il rituale nel 2006 si è ripetuto quest'anno: a maggio Standard & Poor's ha modificato le prospettive della A+ da stabili a negative per poi portare il giudizio ad A nella giornata di ieri lunedì 19 settembre.