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7/20/2022
Le prospettive di medio periodo per l’economia cinese migliorano, e il colosso asiatico si presenta come uno dei mercati azionari a più buon mercato. Non c’è fretta di investirvi ma potrebbe essere la prima economia a livello globale dare sorprese positive. E’ la view di Carlo Benetti, market specialist di GAM (Italia) SGR.
Alla luce anche dell’attuale conflitto con l’Ucraina, “secondo il disegno di Mosca, il nuovo ordine mondiale dovrebbe essere fondato su tre sfere di influenza, la Cina “padrona” dell’area indo-pacifica, la Russia che con la leva del gas mantiene influenza e un sostanziale potere di veto sull’Unione Europea, gli Stati Uniti confinati nel continente americano e avviati al declino secolare” osserva Benetti. “L’esito di questo disegno è tutt’altro che scontato, la Russia deve fare i conti con l’oste che sta a Pechino e che a ottobre terrà il XX Congresso del PCC dove, con molta probabilità, verrà confermato il terzo mandato di Xi Jinping. Ma anche l’attuale leadership cinese deve fare i conti con le sue difficoltà. La politica della tolleranza zero prosegue e, con essa, i costi sociali ed economici, con il rischio dello sfilacciamento del “contratto sociale” del Partito con la nuova classe media: benessere e crescita economica in cambio nessuna pretesa di diritti civili o politici”.
Benetti evidenzia che la performance dell’economia cinese nel secondo trimestre è stata ampiamente al di sotto delle attese e degli obiettivi stabiliti dal governo: “il dato appena positivo di +0,4% è il peggior risultato trimestrale in trent’anni dopo quello registrato all’inizio della pandemia. Con una crescita di +2,5% nella prima metà dell’anno è poco probabile che venga traguardato l’obiettivo del 5,5% per il 2022. Soprattutto, esso dimostra plasticamente quanto costi all’economia della Cina e del mondo la tetragona volontà di mantenere la politica della “tolleranza zero” verso il Covid 19 nel tentativo di sradicarlo dal paese”.
Secondo l’esperto di GAM la leadership cinese si trova oggi di fronte a una “alternativa del diavolo, continuare la politica dello “zero Covid” comporta costi economici e sociali elevati ma, d’altro canto, rimuoverla significherebbe rischiare milioni di vittime perché meno dello 0,1% della popolazione è stata infettata dal Covid 19 ed è dunque più vulnerabile. Il Pil è per definizione un indicatore “ex post”, guardando invece avanti sembrano resistere gli indicatori predittivi, “leading”: ad esempio quello dei responsabili degli acquisti. In giugno l’indice PMI è tornato sopra 50, la soglia che separa l’espansione dalla stagnazione. Il valore di 54,7 del PMI dei servizi in giugno è stato superiore al 47,8 del mese precedente e alle previsioni di 50,5”.
Benetti rileva che le prospettive di medio periodo migliorano e la Cina si presenta come uno dei mercati azionari a più buon mercato, il sentiment è ancora ribassista in un contesto che può preludere a possibili sorprese al rialzo: ”le valutazioni non stanno ancora incorporando l’uscita dai lockdown massivi e gli effetti delle misure a sostegno all’economia. Non dimentichiamo poi che il controllo del governo cinese sull’economia è molto invasivo: la leadership vuole presentarsi al Congresso con le carte in ordine ovvero crescita economica e Covid 19 debellato”.
In tale contesto secondo Benetti diventano si particolarmente interessanti i settori compresi nel perimetro delle politiche dello sviluppo: l’avanzamento digitale, la produzione dei veicoli elettrici, le energie rinnovabili e gli investimenti “green”. “Anche per quanto riguarda la Cina non c’è fretta – conclude Benetti – ma potrebbe essere la prima economia a dare sorprese positive”.
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