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2/3/2022
Inflazione mai così alta negli ultimi 30 anni. Come emerge dai dati diffusi oggi, nei 12 mesi fino a dicembre 2021 l’inflazione nell’area OCSE è salita al 6,6%, rispetto al 5,9% di novembre, e rispetto al solo 1,2% di dicembre 2020, raggiungendo il tasso più alto da luglio 1991. Come si legge nella nota della stessa OCSE che accompagna i dati, tale aumento è stato in parte dovuto all'impennata dell'inflazione annua in Turchia (al 36,1% a dicembre, dopo il 21,3% di novembre). Escludendo la Turchia, l'inflazione nell'area OCSE è aumentata in maniera più moderata, anche se sempre su livelli elevati (al 5,6%, dopo il 5,3% del 1° novembre).
L'incremento record dell'inflazione è da imputarsi in maniera determinante ai prezzi dell'energia, che sono aumentati del 25,6% nell'area OCSE nei 12 mesi fino a dicembre 2021, due punti percentuali in meno rispetto al 27,6% di novembre, ma elevati rispetto al 4,2% di dicembre 2020. L'inflazione dei prezzi alimentari nell'area OCSE è fortemente aumentata al 6,8% di dicembre, rispetto al 5,5% di novembre e al 3,2% di dicembre 2020. Escludendo generi alimentari ed energia, anche l'inflazione su base annua dell'OCSE è aumentata notevolmente, attestandosi al 4,6%, rispetto al 3,9% di novembre, e ha contribuito in modo significativo all'aumento dell'inflazione primaria in diverse grandi economie.
Complessivamente su tutto il 2021, l'inflazione annua nei paesi OCSE è salita al 4,0%, rispetto all'1,4% nel 2020, il tasso medio annuo più alto dal 2000. I prezzi dell'energia sono aumentati del 15,4%, il tasso più alto dal 1981. Di converso, nel 2020 i prezzi dell’energia erano diminuiti del 6,5%. Escludendo cibo ed energia, l'inflazione annua è salita al 2,9%, rispetto all'1,8% nel 2020.
Focalizzandosi sui paesi del G7, nella maggior parte di questi a dicembre l'inflazione su base annua è aumentata moderatamente rispetto a novembre. E’ cresciuta di 0,2 punti percentuali negli Stati Uniti (al 7,0%, dal 6,8% di novembre), nel Regno Unito (al 4,8%, dal 4,6%), Italia (al 3,9%, dal 3,7%) e Giappone (allo 0,8%, dallo 0,6%) e di solo 0,1 punti percentuali in Germania (al 5,3%, dal 5,2%) e Canada (al 4,8%, dal 4,7%), mentre è rimasta stabile in Francia (al 2,8%).
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