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3/19/2021 | Redazione Advisor
“I mercati emergenti sono stati messi sotto pressione dall'aumento dei tassi d'interesse statunitensi, ma la lista dei fattori che hanno reso il mercato così rialzista all'inizio dell'anno non è cambiata, anzi, le ragioni sono ancora più forti. Lo slancio economico globale rimane solido”. Lo sottolinea Alejandro Arevalo, gestore emerging market debt di Jupiter AM che spiega come “le politiche sono ancora eccezionalmente favorevoli, e l'ultimo pacchetto fiscale degli Stati Uniti è più grande del previsto”.
“La reflazione – rileva l’analista - è positiva per i mercati emergenti, in particolare per i produttori di materie prime. L'importanza dei vaccini è maggiore e diversa per il debito emergente rispetto ai Paesi sviluppati: maggiore perché i Paesi emergenti non hanno le stesse risorse per sostenere le economie durante una pandemia; e diversa perché l'accesso ai vaccini arriverà più tardi che nei mercati sviluppati. Tutti questi fattori indicano una forte crescita per le economie emergenti nel 2021, 2022 e oltre. In passato i mercati emergenti erano molto più vulnerabili agli stress esterni di quanto lo siano ora, ma i tempi sono cambiati”.
“Nel complesso – conclude Arevalo - i mercati emergenti mostrano molta più responsabilità fiscale rispetto al passato: i saldi delle partite correnti e le riserve in valuta sono solidi. I Paesi emergenti hanno imparato dal passato e hanno ridotto l'esposizione all'aumento dei rendimenti USA e delle valute esterne. Rispetto ai mercati sviluppati, i mercati emergenti sono molto più resistenti all'aumento dei tassi di interesse di quanto molti suppongano”.
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