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8/26/2011
La delusione viene da Jackson Hole.
In mercati ancora scossi dal timore che ci sia sostanza dietro al rumor della Germania pronta a dare l'addio alla AAA, l'ennesimo discorso sullo stato dell'economia americana, fatto dal numero uno della Fed non ha convinto nessuno.
I mercati attendevano, se non un QE 3, quantomeno un programma di intervento dettagliato qualora, come appare probabile il rallentamento si radicasse sempre più, fino al temuto sbocco di un ritorno in recessione.
Così non è stato e risentire la litania dei tassi a zero non è piaciuta, soprattutto all'Europa.
Piazza Affari, dopo una seduta incolore, chiude in ribasso di un punto percentuale.
Pesano, ancora una volta, le vendite su FIat, che chiude con quasi 2 punti e mezzo di passivo in una giornata difficile per tutto il comparto nel Vecchio Continente.
Male ancora Bpm, che non riesce a far durare uno slancio iniziale, frutto in parte di un rimbalzo tecnico, in parte delle assicurazioni circa l'aumento di capitale arrivate dal CdA.
In scia alla Popolare di Milano calano anche le altre banche del FTSE MIB, con una sola eccezione: per una volta Unicredit si mette alle spalle questo agosto da incubo e chiude in positivo.
Di un niente a dire il vero (0,17%) ma sufficiente per dare motivo di collegarci all'annuncio della Consob di protrarre fino a fine settembre lo stop alle vendite allo scoperto.
Gli effetti sono evidenti: nessuno....
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