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7/30/2020 | Marcella Persola
Il tema sostenibilità continua a fare discutere. Oggi che è diventato mainstream quasi tutte le società prestano attenzione e sono favorevoli all'adozione di tali principi nei propri processi di investimento. E' per questo motivo che le osservazioni presentate da Insurance Europe, insieme ad altre associazioni del settore finanziario fanno riflettere.
L'associazione assicurativa europea avrebbe infatti scritto di concerto assieme ad altre istituzioni finanziarie alla Commissione Europea mettendola in guardia dal pericolo di introdurre una nuova definizione di “sustainability preferences” negli atti delegati della MiFID II, della Direttiva sulla distribuzione delle assicurazioni (IDD) e di Solvency II.
Nel dettaglio pur sostenendo l'obiettivo della Commissione di creare un solido quadro di riferimento per gli investimenti a sostegno della transizione verso la sostenibilità, gli assicuratori temono seriamente che queste proposte, nella loro attuale formulazione, limitino di fatto l'accesso dei clienti ai finanziamenti sostenibili, limitando indebitamente la gamma di prodotti che gli assicuratori sono in grado di offrire loro.
Il problema è che, mentre la proposta della Commissione per la definizione delle "preferenze di sostenibilità" si basa sulle categorie di prodotti previste dal Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), essa aggiunge ulteriori criteri - relativi agli impatti negativi e ai criteri di investimento sostenibile - per i prodotti che promuovono caratteristiche sostenibili, ma che non hanno necessariamente un obiettivo di sostenibilità.
Ne risulterebbe un gruppo di prodotti sostenibili che sarebbero conformi ai severi requisiti del SFDR, ma che non possono essere offerti a un cliente che esprime il desiderio di un prodotto sostenibile a causa dei criteri aggiuntivi che la Commissione propone.
Pertanto, questi nuovi requisiti proposti per i prodotti ammissibili non sono coerenti con gli obiettivi della direttiva sulla sostenibilità e dovrebbero essere eliminati. In caso contrario, ostacolerebbero la capacità del settore finanziario di offrire prodotti che sostengano e accelerino la transizione verso un'economia più sostenibile.
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