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7/13/2020 | Redazione Advisor
Adriano Nelli, executive vice president e head of the global wealth management Italy di Pimco, intervistato da AdvisorOnline, avverte: la “lunga risalita” sarà accidentata, ma avrà una configurazione ad U. Per questo se si rispettano due regole d’oro (selettività e gestione attiva) sarà possibile beneficiare delle opportunità offerte dal mercato.
Quali sono le sue previsioni per la seconda parte del 2020?
La ripresa economica sarà lunga e non perfettamente regolare. Per questo faccio mia la metafora usata dal presidente della Fed: ‘Siamo scesi utilizzando un ascensore molto veloce, ora possiamo risalire solo con le scale’, anche perché ci sono quattro fattori, introdotti dalla diffusone del Covid-19, che rendono la ripresa accidentata.
Quali sono questi fattori?
In primo luogo le misure di distanziamento sociale che incidono sulla nostra vita quotidiana ma anche sulle aziende e sulla loro capacità produttiva. In secondo luogo l’allocazione del capitale che oggi non è del tutto efficiente: il modo con cui gli investimenti vengono allocati nell’economia reale non necessariamente permettono alle aziende di conquistare quote di mercato a scapito di quelle meno attrezzate, che al momento rimangono sul mercato dando vita al fenomeno delle cosiddette aziende zombie. In terzo luogo, c’è il tema dello stravolgimento delle filiere produttive dal momento che il concetto di globalizzazione è stato seriamente messo in discussione. Molti Paesi stanno cercando di rimpatriare alcune produzioni strategiche e stanno ridisegnando le filiere produttive, si tratta di cambiamenti dirompenti che porteranno a un nuovo equilibrio. Quarto aspetto, ma non meno importante, è il fardello del debito privato e pubblico che continuerà ad aumentare. Nonostante questo, il nostro atteggiamento rimane relativamente costruttivo e la ripresa potrebbe avere una configurazione ad U.
In questo scenario, quali sono le opportunità di investimento che vedete a breve e a lungo termine?
Per risponderle userò un’altra metafora del nostro capo dell’asset allocation Europa e portfolio manager del Dynamic Multi-Asset Fund secondo cui ‘non siamo di fronte a uno sprint ma ad una maratona’. Per questo è fondamentale essere cauti, pazienti, selettivi e dinamici. Nel Dynamic Multi-Asset Fund abbiamo ridotto di un terzo il peso delle azioni. Questa componente adesso è fondamentalmente tutta incentrata sul relative value. Inoltre, anche tra i settori in crescita, come l’healthcare, la biotecnologia e l’automazione, ci saranno delle realtà in difficoltà. Proprio per questo vogliamo puntare su questi settori ma con dei filtri importanti per selezionare le aziende che avranno la capacità di conquistare il mercato e di continuare a ripagare il capitale investito. Poi cerchiamo di essere corti sulle aziende di bassa qualità che subiranno i cambiamenti dirompenti di cui parlavo prima.
E sul mercato obbligazionario che opportunità vedete?
Cerchiamo di guardare alla safe duration: se il quadro economico dovesse peggiorare, questi titoli che hanno rendimenti molto bassi o negativi, potrebbero apprezzarsi ugualmente in termini di valore di mercato. Per questo deteniamo una frazione importante del portafoglio in titoli emessi da governi come Usa e Canada. L’altra parte è allocata su titoli societari di aziende che hanno la possibilità di poter onorare il proprio debito, con asset di qualità iscritti in bilancio su cui ci potremmo rivalere se qualcosa non andasse bene, che detengono dei cash flow prevedibili e che possono beneficiare del supporto delle banche centrali. Guardiamo con attenzione ai corporate bond, soprattutto quelli americani i cui costi di hedging sono scesi notevolmente e per questo attirano gli investitori europei e giapponesi. Inoltre le banche centrali li stanno acquistando riducendo la quantità di titoli sul mercato. Per questo li vogliamo ospitare all’interno del nostro portafoglio.
La relazione con i partner delle reti di consulenza finanziaria è stata messa a dura prova durante la crisi. Che esperienza è stata e come vi muoverete nei prossimi mesi?
Credo sia stato un esercizio utile per rafforzare alcuni concetti. Quello essenziale è che non esistono prodotti validi per ogni tipo di mercato. Per questo bisogna allocare il portafoglio non sulla base delle etichette ma sulla base dei fattori di rischio sottostanti. In buona sostanza questa esperienza ha insegnato che bisogna avere in mente il ruolo della gestione attiva all’interno del portafoglio, il disegno dei prodotti e l’associazione dei prodotti rispetto ai bisogni dell’investitore finale. Questo comporta selettività, professionalità, gestione attiva, allocazione per bisogni e pianificazione finanziaria.
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