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Agenzie di rating? Troppo generose coi governi

8/12/2011 | Massimo Morici

Secondo il Wall Street Journal negli ultimi 35 anni i giudizi sui bond governativi "a rischio", emessi l'anno precedente il default, nell'80% dei casi erano troppo alti


Agenzie di rating troppo severe? Tutt'altro scrive il Wall Street Journal, che oggi pubblica un'analisi sugli ultimi 35 anni di attività delle principali firme del rating, S&P, Fitch e Moody's.
 

Nate negli anni '70 durante il boom del mercato dei bond, le agenzie di rating, dal 1975 a oggi, in 12 casi di default governativi su 15 accaduti hanno assegnato a un debito sovrano un giudizio pari a B, o ancora più alto, l'anno prima dell'effettivo tracollo in borsa. Anche se con quel rating le stesse agenzie stimano, di norma, una possibilità minima (2%) che si verifichi un default entro un anno.
 

Detta in altra maniera, scrive il Wsj, S&P ha sottostimato drasticamente il rischio default nell'80% dei casi. Del resto nel 2001 Brasile e Argentina avevano lo stesso rating (doppia B), ma l'anno dopo si verificò solo il default di Buenos Aires, mentre il Brasile iniziava i suoi 10 anni di miracolo economico.
 

Il fatto, spiega il quotidiano finanziario, è che nel dare i loro giudizi, le agenzie tendono a focalizzarsi sugli indicatori statici che cambiano lentamente, mentre quelli fluidi, come il sentiment politico o il flusso dei depositi bancari, spesso risultano più rilevanti nel determinare se un paese a rischio andrà presto in default.

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