Tempo di lettura: 2min

Le paure (ingiustificate) degli investitori

6/16/2020

Il rischio sui mercati in questa fase è apparente, almeno finché le Banche centrali rimarranno credibili. Il commento di La Financière de l’Echiquier


Come si spiega il crollo dei listini avvenuto la scorsa settimana? Alexis Bienvenu, gestore di La Financière de l’Echiquier, analizza le ragioni che hanno spinto i mercati ad avere paura. L’11 giugno infatti, a 24 ore dal raggiungimento dei massimi storici per il Nasdaq, mentre l'S&P recuperava tutte le perdite accumulate dall'inizio dell'anno, segnava la performance peggiore per i principali indici azionari dai giorni più cupi di marzo, con perdite tra il 3% e il 6%.

 

Secondo Bienvenu le ragioni alla base di questo andamento sono essenzialmente tre. Innanzitutto, il rinnovato vigore del virus negli Stati Uniti. “Bisognerà farci l’abitudine: siamo probabilmente agli inizi soltanto dell'alternanza tra riduzione e ripresa dell'epidemia, tra speranza e delusione...”

 

Il secondo timore trova origine nel tono preoccupato adottato dal Presidente della Fed durante la conferenza che ha fatto seguito alla riunione del Comitato di politica monetaria di mercoledì 10 giugno. “Jerome Powell ha insistito sul probabile perdurare degli effetti negativi a lungo termine dell'attuale crisi sul mercato del lavoro e sulle disuguaglianze salariali. Il ritorno alla piena occupazione osservato prima della crisi, se avverrà, richiederà diversi anni – ed è lungi dal corrispondere alla ripresa a V degli indici borsistici. Il mercato avrebbe accolto questo discorso se fosse stato accompagnato da nuove misure. Poiché non vi sono state, il mercato degli asset di rischio non ne ha tratto vantaggio, contrariamente ai titoli di Stato”.

 

Infine, evidenzia Bienvenu, i grandi attori internazionali sono ai ferri corti: Donald Trump minaccia tutte le istituzioni internazionali, ultima in ordine di tempo, la Corte internazionale di giustizia; sulla Brexit si sta tergiversando così come sull’accordo europeo di ripresa; la pandemia sta devastando il Brasile, facendo infuriare il suo presidente e spaccando l'opinione pubblica...

 

Sono questi dei motivi validi per mettere in discussione l'impressionante rally borsistico cui abbiamo appena assistito? In assenza di altre catastrofi la risposta è probabilmente negativa. “La determinazione delle banche centrali e degli Stati nel sostenere le condizioni finanziarie è impeccabile e il mercato vi ubbidisce più che ai fondamentali. Il mercato e tutta la curva dei tassi d'interesse sono interamente plasmati dalla Fed: difficilmente i tassi potranno risalire bruscamente. Il mercato è ora "amministrato", anche sul versante del credito, andando indirettamente a supporto delle azioni”.

 

Il rischio in questa fase, conclude Bienvenu, è solo apparente anche se la remunerazione è quella di un rischio reale - almeno finché gli interventi delle banche centrali rimarranno credibili. L’idillio tra banche centrali e mercato finirebbe se un giorno non fossero più credibili a causa, ad esempio, dell'inflazione – cosa che oggi è altamente improbabile.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?