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6/12/2020 | Redazione Advisor
In questa fase ci sono notevoli differenze tra Stati Uniti ed Europa riguardo alla ripresa del mercato del credito. Andrey Kuznetsov, senior portfolio manager per la divisione internazionale di Federated Hermes, ne analizza le ragioni.
Il credito, spiega Kuznetsov, trae vantaggio dal posizionamento “senior” che riveste all'interno della struttura del capitale delle società, dalla certezza del pagamento propria delle cedole e dalla capacità di intercettare i movimenti al rialzo durante le fasi di ripresa del mercato. Tutto ciò spiega la maggiore attenzione ricevuta dall’asset class da parte dei responsabili dell’asset allocation, con conseguenti afflussi positivi dall'inizio di gennaio.
Tuttavia, prosegue il gestore, il percorso di guarigione che si sta dispiegando sul mercato del credito High Yield sta procedendo a velocità diverse sulle due sponde dell'Atlantico. “Negli Stati Uniti i flussi del mercato del credito sono positivi e il mercato primario è aperto anche per i crediti che devono affrontare le sfide maggiori (anche se solo a livello di garanzie per chi si trova nelle situazioni più precarie). Al contrario, il mercato del credito europeo non ha messo a segno la stessa ripresa. Il mercato primario si sta normalizzando ad un ritmo lento e da febbraio l'emissione è limitata - in larga misura da parte delle imprese più solide nei settori meno colpiti dalla pandemia”.
Secondo Kuznetsov questo divario si spiega in parte con il relativo interesse nei confronti del credito statunitense: i costi di copertura sono diminuiti, mentre la Federal Reserve ha annunciato un programma di sostegno alla parte front end del mercato caratterizzata dalla rapida espansione del mercato dei fallen angel, che ha contribuito ad alleviare il rischio di “indigestione”. Tale intervento ha sostenuto i mercati primari permettendo anche la normalizzazione delle curve investment-grade.
La situazione in Europa invece è differente, in quanto la BCE non ha fino ad ora fornito un livello di sostegno equiparabile. Inoltre, dato che i costi di copertura sono scesi con il LIBOR (espresso in dollari) per gli acquirenti stranieri di debito in dollari, il credito statunitense è diventato sempre più interessante agli occhi degli investitori al di là dei confini americani.
“Denominatore comune su entrambe le sponde dell’Atlantico è che la ripresa sia guidata dal credito di qualità superiore. In un ambiente caratterizzato da elevata dispersione, un approccio flessibile e globale all'universo del reddito fisso è più importante che mai” conclude il gestore.
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