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6/4/2020
Osservando le performance da inizio anno dei principali mercati azionari, tra la fine di febbraio e le prime tre settimane di marzo, quando tutti i principali indici hanno perso il 20% o più del loro valore, il FTSE MIB è stato il peggiore listino in assoluto, perdendo il 27,31% da inizio anno e il 31,87% dallo scoppio della pandemia. Sono i dati rilevati dall’ultima ricerca condotta da KT&Partners, che ha analizzato l’impatto del Covid-19 sui listini finanziari, concentrandosi in particolare sui segmenti del mercato italiano. Lo studio ha considerato due archi temporali di riferimento: il primo dall'inizio dell'anno fino al 21 maggio 2020 e, il secondo, dal 20 febbraio 2020 (quando il Coronavirus si è diffuso in Italia) fino al 21 maggio 2020.
La ricerca ha evidenziato che la crisi causata dalla pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto sui listini italiani notevolmente maggiore rispetto alla crisi finanziaria del 2008. Infatti, se dopo il fallimento di Lehman Brothers, nei 50 giorni successivi alla crisi, il FTSE MIB aveva perso il 15%, registrando il valore più basso (-18%) dopo 10 giorni, con l’epidemia di Covid-19, il FTSE MIB è sceso addirittura del 42% in 15 giorni, arrivando poi ad un calo del -32% dopo 50 giorni. Tra tutti i segmenti di mercato italiano, lo studio mette in luce che l'indice FTSE AIM Italia è quello che ha registrato la perdita più bassa, -14,83% da inizio anno e -15% dalla diffusione dell’epidemia, e segnala che la velocità di turnover del mercato AIM Italia è scesa nel periodo gennaio-aprile 2020 dal 5% al 2,3%, a testimonianza del fatto che il mercato AIM Italia sia stato l’indice azionario meno impattato.
Tra i vari settori all’interno del listino FTSE AIM Italia, il migliore, e anche l'unico che è riuscito a mettere a segno un rendimento positivo, è risultato quello delle società Energy&Utilities (+ 0,2%), seguito da quello del settore finanziario (-5,9%), e da quello delle materie prime (-9,1%). Sul versante opposto, i risultati peggiori sono stati registrati dai servizi al consumo (-26%), i beni di consumo (-19,4%) e dal Real Estate (-18,1%).
Osservando le prestazioni degli stessi settori nel periodo seguente l'epidemia di Covid-19, le aziende dei settori finanziari registrano la perdita minima (-6%), seguite dal settore Energy&Utilities (-9,3%) e da quello Healthcare (-11,9%). Real Estate (-30,9%), Servizi al consumo (-22,8%) e Beni di consumo (-19,3%) hanno registrato i risultati peggiori.
In questo clima di crisi e di forte incertezza non è una sorpresa che ci sia stato un forte impatto sul mercato primario. Lo studio segnala infatti che solo una società si è quotata sul mercato AIM Italia dall'inizio dell'anno (escluse tre aggregazioni aziendali), rispetto alle sei nel periodo gennaio-maggio 2019.
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