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Italia, Investment Grade fino a quando?

4/3/2020

Secondo Kames Capital il Bel Paese semplicemente non può permettersi un rapporto debito/pil oltre il 135%, si attendono i giudizi delle agenzie di rating S&P e Moody's tra fine aprile e inizio maggio


Investment Grade, fino a quando? È una delle domande che si pone l'Italia mentre attende il giudizio del 24 aprile e dell'8 maggio da parte di S&P e Moody's.

Nonostante i nuovi stanziamenti non rientrino nel patto di stabilità europeo, Nick Chatters, fixed income manager di Kames Capital, sottolinea come il Bel Paese semplicemente non possa permettersi un rapporto debito/pil oltre il 135%. La revisione del rating del Paese da parte delle due agenzie si baseranno su valutazioni di medio termine che "devono considerare l’orribile tasso di crescita e la traiettoria del debito e questo fa sì che le probabilità di vedere un downgrade si facciano sempre più elevate” spiega l'esperto.

 

Il problema con la risposta fiscale dell’Eurozona è che l’Italia non può permettersela. Nonostante la Banca centrale europea riversi sul mercato obbligazionario dell’Eurozona oltre 1.000 miliardi di euro in Quantitative Easing. L’attuale governo italiano è più sensibile al problema fiscale e consapevole che il mercato lo punirà nel caso provasse a spingere l’acceleratore su piani di spesa irresponsabili, anche se i dati macroeconomici verranno duramente colpiti dall’impatto del virus. E’ vero che sono state annunciate misure significative da parte dell’esecutivo italiano, in linea con quanto fatto da altri Paesi. Il pacchetto fiscale legato alla pandemia sarà considerato una deroga al patto di stabilità, ma ciò non significa che l’Italia possa permetterselo con un rapporto debito/pil già così elevato. Detto ciò, proviamo ad escludere il problema della sostenibilità, che non è centrale considerando la struttura di debito attuale, concentrandoci sulla fiducia del mercato" aggiunge il gestore di Kames Capital.

Chatters commenta che: "Da un lato, il programma PEPP della Bce è significativo e garantisce all’istituto centrale la capacità di sostenere gli stati membri fino a che lo riterrà necessario, senza il rischio di sforare limiti di esposizione individuali. Inoltre, da Francoforte sono stati chiari sul fatto che non permetteranno a un singolo elemento di propagare la crisi in tutta l’Eurozona. Lo stimolo della Bce, però, è già largamente incluso nel prezzo del debito italiano".

 

Nel frattempo nelle ultime ore hanno destato non poche polemiche le analisi diffuse da Commerzbank. La banca tedesca si è espressa con parole negative nei riguardi dei Btp. "Per l'Italia perdere l'investment grade sembra quasi inevitabile come effetto delle contromisure al coronavirus, che aumenteranno lo sbilanciamento fiscale in corso da anni" spiegano.

 

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