UBS Asset Management ha presentato il market outlook 2020. Nel quale è prevista una moderata riaccelerazione della crescita globale nei primi mesi dell'anno, con una riduzione dei rischi geopolitici a breve termine, e la stabilizzazione del rallentamento della crescita economica cinese. Nel contesto attuale il rischio geopolitico rimarrà la principale minaccia.

 

Barry Gill, head of investments di UBS Asset Management, ha dichiarato: “Gli investitori potrebbero essere impreparati nel 2020, visto il persistente scenario caratterizzato da una crescita costantemente bassa e da bassi tassi d'interesse. Nonostante questo ciclo economico sembri durare troppo a lungo, per l’anno prossimo abbiamo a disposizione tutti gli elementi necessari per assistere sia a un'accelerazione della crescita globale sia per ottenere performance economiche a livello regionale molto diverse da quelle del 2019. Ovviamente le nostre ipotesi di base potrebbero subire l’impatto di eventi imprevedibili, come per esempio le continue tensioni commerciali. Ma non prevediamo un'imminente recessione". 

 

Massimiliano Castelli, head of sovereign strategy di UBS AM, ha affermato: "Siamo di fronte a un mondo più frammentato, di grandi cambiamenti. I trend per il futuro saranno la sostenibilità e il climate change, la tecnologia e l'innovazione. La strategia per affrontare al meglio il prossimo anno è capire i cambiamenti della società, avere un orizzonte di lungo termine e puntare sull'innovazione. I fondi sovrani, che sono tra i più sofisticati al mondo, possono essere presi d'esempio". Evan Brown, head of multi-asset strategy, ha aggiunto: "In un orizzonte temporale pari o superiore ai prossimi sei mesi, potrebbe essere importante continuare a adottare un approccio flessibile e agile, traendo beneficio dalla opportunità, se e quando si presentano”.

 

Per il 2020, UBS Asset Management stima cinque potenziali sviluppi di mercato che potrebbero turbare le prospettive degli investitori: accordo generale tra Stati Uniti e Cina in merito alle tensioni commerciali, risultati inattesi delle elezioni in Usa, stimoli fiscali nell'Ue, catastrofe climatica e conflitto in Medio Oriente. Questi eventi potrebbero dare una forte spinta all'azionario emergente e a quello europeo, portare gli investitori ad essere sottopesati nell'azionario statunitense, accrescere l'interesse per il tema della sostenibilità e portare al rialzo i titoli del comparto dei servizi petroliferi.