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Titoli di Stato, quanto durerà il supporto delle Banche centrali?

10/2/2019

L'analisi dell'esperto di UBP si concentra sui dati relativi alla crescita globale, guardando a segnali di stabilizzazione nel settore manifatturiero


"I rendimenti dei titoli di Stato hanno registrato quest'anno un rialzo significativo in previsione di una politica di allentamento monetario da parte delle principali banche centrali, tra cui BCE e Fed, adottate da entrambi gli Istituti nell'ultimo mese" spiega nella sua analisi Mohammed Kazmi, portfolio manager e macro strategist di Union Bancaire Privée.

 

Al momento per il futuro pare improbabile qualsiasi tipo di svolta restrittiva a causa dell'assenza di pressioni inflazionistiche regionale o globale.

"Semmai, i rischi appariranno ancora al ribasso per la crescita globale, data l'incertezza causata dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Riteniamo quindi che i titoli di Stato statunitensi possano mantenersi redditizi, soprattutto in considerazione dell'attuale andamento dei prezzi di mercato in cui gli investitori si aspettano un ciclo di allentamento più vicino all' "aggiustamento di metà ciclo" di Powell, con due tagli dei tassi prezzati nel corso del prossimo anno. Se si concretizzerà un'ulteriore debolezza della crescita o aumenteranno le incertezze geopolitiche, allora questo potrebbe costringere la Fed a tagliare i tassi d'interesse più del previsto, il che rende il lato lungo della curva dei tassi USA una proposta interessante in questo momento" prosegue l'esperto di UBP.

Cautela nell'esposizione al mercato del credito a causa delle incertezze relative al commercio, a Brexit e alla crescita globale che pesano ancora sulle prospettive. Nel frattempo le Banche centrali fanno registrare una spaccatura al loro interno. "Anche se la BCE ha rilanciato il QE, era chiaro che il Consiglio dei Governatori stava cercando di passare il testimone dello stimolo futuro alle autorità fiscali, vista la mancanza di unanimità sulla decisione relativa al QE. Lo stesso vale per la FED, l’ultimo dot plot ha evidenziato un board diviso sulla necessità di un altro taglio dei tassi quest’anno" commenta Kazmi.

 

In conclusione dunque è difficile fare affidamento su ulteriori stimoli monetari per alimentare ancora il restringimento degli spread, "dato che le Banche Centrali potranno diventare più reattive che proattive alla luce delle opinioni divergenti tra i diversi membri. Considerato ciò, ci concentreremo sui dati relativi alla crescita globale, guardando a segnali di stabilizzazione nel settore manifatturiero, così come ai prossimi colloqui tra Stati Uniti e Cina, per i quali i mercati sperano in una svolta" chiosa l'esperto di UBP.

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