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7/22/2011 | Massimo Morici
Quasi la metà degli investitori istituzionali europei è preoccupata che le misure straordinarie attuate dalla Bce provochino un aumento dell'inflazione, mentre ben il 36% prevede per i prossimi cinque anni un'inflazione superiore al 2%. E' quanto emerge da un sondaggio condotto a ING Investement Management, gruppo bancario e assicurativo olandese quotato a Wall Street, su 52 investitori istituzionali europei.
La previsione generale di ING IM è che il prossimo anno l’inflazione calerà in tutte le principali aree geografiche. Per il 2011 la stima è del 2,8% per gli Stati Uniti (2% nel 2012), del 2,6% per l’Europa (1,9% nel 2012) e del 4,4% per il Regno Unito (2,5% nel 2012). Secondo gli analisti del gruppo finanziario olandese, un fattore importante che ha portato alla crescita delle aspettative inflazionistiche va ricercato nella perdita di credibilità della Bce: per il 23% non riuscirà a mantenere il livello di inflazione basso e stabile nel medio periodo. Un altro elemento alla base delle rinnovate aspettative inflazionistiche (40% del campione intervistato) è rappresentato invece dai crescenti prezzi delle materie prime.
“In Europa l'inflazione nei Paesi periferici potrebbe scendere, ma è possibile che verso la fine dell'anno in Germania ci sia una crescita, dato che il tasso di disoccupazione è già ora più basso del livello pre-crisi. Questo fatto potrebbe causare pressioni inflazionistiche nel resto dell'Europa e potrebbe portare ad un aumento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea", spiega Valentijn van Nieuwenhuijzen, Head of Strategy, Strategy e Asset Allocation Group, di ING IM.
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