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7/13/2011 | Massimo Morici
L'obiettivo è evitare il contagio della crisi debitoria ai paesi semiperiferici con un alto debito, come il Belgio e l'Italia. E tra le varie ipotesi sul tavolo a Bruxelles c'è anche quella del buy-back delle obbligazioni greche proposta dall'Institute of International Finance di Washington. Una soluzione che piacerebbe alla Bce e anche alla Germania: eviterebbe il fallimento (non escluso da alcuni osservatori), ridurrebbe il debito e diminuirebbe i rendimenti obbligazionari, coinvolgendo nel salvataggio gli investitori, che incasserebbero probabili perdite.
Ormai, infatti, è dato per assodato il coinvolgimento del settore privato in un eventuale secondo piano di aiuti. Come ha ribadito il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble: "Non vi sarà alcun nuovo programma per la Grecia senza un contributo dei privati".
Tuttavia la soluzione ipotizzata ha delle controindicazioni: gli acquisti da parte della Grecia potrebbero essere interpretati come una ristrutturazione, simile a quella dell'Argentina nel 2005, mentre quelli da parte del fondo salva Stati, l'Efsf, per ora sono vietati dallo statuto. E in questo caso bisognerebbe cambiare le regole. Il che richiederebbe l'approvazione delle nuove norme da parte dei Parlamenti nazionali degli stati membri. Insomma, non sarebbe di certo la via più breve per il salvataggio di Atene.
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