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7/11/2011 | Redazione Advisor
Ritorna nel vivo il tema dell'euroritenuta. Domani nel corso della riunione dell'Ecofin il ministro dell'Economia italiana Giulio Tremonti chiederà di mantenere la richiesta di sanzione contro chi evade le tasse dietro al segreto bancario dei centri offshore. L'Italia difatti ha più volte minacciato il veto sulla riforma della direttiva se il testo emendato non dovesse includere sanzioni obbligatorie da applicare in tutti gli Stati contro chi viola le regole.
Il problema non riguarda tanto l'Unione europea dove le sanzioni sono di fatto in vigore in quasi tutti i 27 stati dell'unione, bensì i cinque cosiddetti paradisi fiscali europei (Svizzera, Andorra, Monaco, Liechtenstein e San Marino) con i quali è prevista la revisione di accordi bilaterali sulla base della nuova direttiva.
Tremonti ha più volte argomentato che se la direttiva non dovesse prevedere sanzioni, i paradisi fiscali non sarebbero obbligati a farla rispettare, pur sottoscrivendola. Questo farebbe quindi venire meno la ragione stessa della direttiva e dei negoziati con i paradisi fiscali.
Domani la Commissione presenterà un rapporto sull'applicazione della direttiva nell'Ue dal quale emerge che 25 paesi su 27 già applicano sanzioni. E oggi il Corriere della Sera riporta le dichiarazioni del neopresidente polacco che si dice pronto a "sbloccare" il veto italiano.
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