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5/11/2018 | Greta Bisello
Nel primo trimestre 2018 l'economia dell'Eurozona ha cambiato marcia anche se da un punto di vista fondamentale i driver della crescita restano ancora validi.
Secondo l'analisi di Paul Diggle, senior economist, Aberdeen Standard Investments, la crescita dell’occupazione risulta ancora dignitosa, così come elevata rimane la fiducia dei consumatori e delle imprese e condizioni di finanziamento favorevoli dovrebbero sostenere sia i consumi che gli investimenti; anche se è improbabile che il commercio netto continui a dare un contributo così importante alla crescita a causa della moneta più forte, è altresì improbabile che la forza della domanda globale determini un crollo. Si prevede una leggera ripresa della crescita del PIL nell'area euro nel secondo trimestre e una crescita superiore al trend, anche se gradualmente più moderata, in futuro.
A questo punto, cosa potrebbe andare storto? L’ampia crescita dell’euro è in rallentamento e si prevede che continuerà a rallentare se la BCE concluderà il programma di acquisto di asset nel corso dell'anno. Nonostante, prosegue Diggle, sia possibile notare un costante aumento della domanda di credito da parte delle famiglie e delle imprese (secondo un'indagine sul credito bancario targata Banca Centrale).
Un apprezzamento anticipato dell'euro potrebbe pesare sul saldo commerciale più di quanto previsto, anche se la forza della domanda globale rende improbabile questa ipotesi. La zona euro potrebbe inoltre subire effetti negativi sulla fiducia nell’eventualità di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.
Inoltre alcune economie dell’area dell’euro, tra cui Germania e Francia, potrebbero trovarsi a dover far fronte a vincoli di approvvigionamento che pongono un freno all'attività economica.
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