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Elezioni italiane, quale futuro per i risparmiatori

2/28/2018 | Greta Bisello

Italia alle urne il 4 marzo, si chiude il primo trimestre del 2018 e nuovi scenari si aprono per il sistema Paese. Quali trend guidano gli investitori e quali le nuove possibilità sulle quali puntare


Larghe intese croce e delizia di chi guarda alle elezioni del 4 marzo. In Italia c'è una stabilità da preservare ma anche delle riforme da attuare per il futuro del Paese e lo stallo politico è dietro l'angolo in caso di mancati accordi. Lo scenario base prevede una grande coalizione per mantenere la governabilità del Paese anche se alcuni partiti hanno già dichiarato di non voler prenderne parte. 

 

“Una vittoria di Luigi di Maio, il candidato designato dal Movimento 5 stelle, che sarebbe certamente il peggior scenario possibile per i mercati azionari, le obbligazioni italiane e la moneta unica (data la sua posizione ambigua nei confronti dell’Unione Europea), sembra essere altamente improbabile. Infatti, né il suo partito né gli altri partiti intendono formare un’alleanza comune. A di Maio non solo mancherebbero il 7-10% dei voti nazionali, ma anche le circoscrizioni, in quanto il centrodestra dovrebbe aggiudicarsene la maggior parte" dichiara Fabrizio Quirighetti, responsabile degli investimenti di Syz Asset Management.

 

E incalza Patrice Gautry Chief Economist di Union Bancaire Privée: "Un parlamento sospeso o una coalizione fragile potrebbe comportare un chiaro rischio in termini di risultati economici futuri: se le riforme saranno fermate o invertite dal prossimo governo, sarà difficile per l'Italia ricostruire un potenziale di crescita più elevato nel medio termine" e conclude "sul fronte dei mercati obbligazionari, invece, non è prezzato alcun rischio sistemico di rilievo in vista di questa tornata elettorale. Lo spread decennale fra i titoli italiani e quelli tedeschi si è ridotto negli ultimi mesi, mentre la volatilità era in aumento per tutte le altre asset class. Nel mese di gennaio, la BCE ha ridotto i propri acquisti di obbligazioni italiane parallelamente alla riduzione globale del QE (30 miliardi di euro al mese), ma ha aumentato la duration dei titoli italiani acquistati".
 

Ci si avvia inoltre verso la fine del primo trimestre che avvio di anno è stato quello del 2018? Se si guarda ai risultati del risparmio gestito questi continuano a sorridere all'Italia. Alla fine del 2017 è stata messa a segno una raccolta netta pari a 97,4 miliardi di euro. A gennaio le sottoscrizioni nette registrate ammontano a 9,9 miliardi di euro trainata dai fondi aperti, che hanno raccolto 7,35 miliardi, stando ai dati mensili pubblicati da Assogestioni.

 

Non rimane che capire in quale direzione ci si indirizzerà per i prossimi mesi e quali saranno i trend dominanti nel breve e medio termine. Ne parliamo durante l'AdvisorTalk di marzo previsto per martedì 14 marzo alle ore 11 su Advisoronline. Nei prossimi giorni i nomi degli ospiti che animeranno il dibattito in studio.

A febbraio si è perlato di FinTech e delle potenzialità del digitale applicato ai sistemi finanziari; qui per rivedere il webinar.

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