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12/11/2017
Il debito dei mercati emergenti ha fatto registrare un rialzo ininterrotto durante tutto questo anno, ad agosto i rendimenti delle obbligazioni denominate in dollari e valuta locale erano al 9% e 15%.
Tenendo conto dei risvolti in tema di politica monetaria, di sostanziale normalizzazione, gli investitori si chiedono se questo slancio riuscirà a resistere. Fed, BCE e BoE hanno annunciato il loro nuovo percorso di interruzione di acquisto titoli e ridimensionamento del QE. Sul fronte americano inoltre c'è la possibilità di un aumento dei tassi in occasione della riunione di dicembre (sarebbe il V aumento durante questa fase di inasprimento). Anche se i tassi dovrebbero mantenersi tra il 2% e il 2,75%.
Nonostante il minor accomodamento monetario, la ripresa dell’economia mondiale e i modesti rendimenti dei Treasury concorrono a creare una situazione favorevole per i mercati emergenti.
Con il greggio in calo, le materie prime di base e industriali hanno dato comunque prova di una buona tenuta. L’economia cinese, che influisce parecchio sulle commodity e sui mercati emergenti, continua a crescere a un ritmo sostenuto anche se non si può escludere il rischio di negatività sul fronte del credito.
I rendimenti nettamente più elevati offerti dagli emergenti con un contesto positivo hanno aumentato la domanda degli investitori nel corso dello scorso anno e così sarà anche per il prossimo futuro. Il debito degli emergenti rimane un’asset ad alto rischio ed è suscettibile di correzioni nelle fasi di tensione acuta sui mercati o di rischio geopolitico.
Secondo Rob Neithart, gestore di portafoglio del fondo Capital Group Glbl Hi Inc Opps, bisogna mantenere un’allocazione significativa nelle obbligazioni degli emergenti. Guardando a lungo periodo, molte delle economie in via di sviluppo hanno necessità di attuare sostanziali riforme strutturali per risultare più sostenibili. Flessibilità sul mercato del lavoro, riforme pensionistiche e norme più chiare su diritti di proprietà terriera e intellettuale, queste misure potrebbero concorrere a far sì che il debito dei mercati emergenti potrà attrarre una base di investitori più importanti, tanto da essere considerato un’asset centrale nei portafogli obbligazionari.
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