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11/28/2017 | Greta Bisello
Continuano la corsa dei titoli tecnologici. Da gennaio hanno fatto segnare un’impennata del 40% a livello globale e ad oggi valgono il 56% rispetto alla bolla del 2000.
Appurata la crescita esponenziale, di pari passo cresce anche il timore e ci si domanda se esistano possibilità di un ritorno a quelli anni. Dal reporto a cura del team di gestione del fondo Pictet-Digital (Pictet AM) emergono però molte differenze rispetto al periodo del dot.com. L’apporto netto dei titoli al MSCI World oggi 6-7% all’epoca si aggirava attorno allo zero. Inoltre le società tecnologiche stimano per il terzo trimestre una crescita pari a 23,5%.
L’attuale ruolo chiave della liquidità rappresenta un’altra differenza: negli Stati Uniti le 5 società più grandi in termini di liquidità appartengono al settore tecnologico che nel 2016 ha generato il 48% del free cash flow non finanziario totale.
Questi dati incoraggianti e di miglioramenti progressivi dipendono anche e soprattutto dall'affermazione della digitalizzazione: 3,7 miliardi di persone utilizzano internet e si stima che nel 2021 questo numero salirà a quota 4,6 miliardi.
Un’altra variabile importante rimane la stima dei tempi di produzione e commercializzazione che a volte potrebbero essere eccessivamente lunghi.
Basti pensare al dibattito sull’auto a guida automatica. Nonostante se ne parli da diversi anni, ne serviranno ancora altrettanti per vedere nelle nostre strade auto o camion senza conducente.
I titoli tecnologici secondo Pictet Digital continueranno a viaggiare nella giusta direzione fino a quando il rialzo dei prezzi coinciderà con la crescita degli utili. Non è possibile escludere prese di profitto e correzioni di mercato anche se gli investitori di lungo periodo che riusciranno a resistere alla volatilità del breve, saranno premiati.
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