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11/27/2017 | Greta Bisello
Nikkei ai massi da 21 anni e mercato giapponese che vive una fase rialzista dopo 30 anni. Va detto però che, sebbene Tokyo rappresenti la terza economia e il terzo azionario globale, la strada per essere considerato un mercato hold&buy rimane ancora lunga.
Quella del Sol Levante è un’economia legata alle condizioni globali che sappiamo essere in generale miglioramento. Le previsioni del Fondo Monetario ci aiutano a quantificare questa percezione: da una crescita complessiva a +3,2% del 2016 si passerà a +3,5% nel 2017 fino al 3,6% del 2018. Il Giappone guarda con positività a uno Yen debole e dei relativi benefici sull’export, ciò si va a sommare alla relativa convenienza del mercato che scambia ad un multiplo di 1,4 volte il valore contabile e un costo del capitale prossimo allo zero grazie alle politiche accomodanti della Bank of Japan.
Secondo Robin Black, co-gestore del Kames Global Equity Income portfolio, la scelta di sovresporsi al mercato giapponese rimane vincente: nell’ultimo anno l’allocazione è stata del 10% contro circa l’8% del benchmark e il 5% dei competitor. Questa posizione dovrebbe persistere e Kames Capital individua 4 titoli con prospettive di lungo termine che meritano una menzione particolare.
I QUATTRO TITOLI
Il primo è Tokyo Electron, leader globale nella costruzione dei macchinari usati dalle società produttrici di semiconduttori per i loro chip. Inserito lo scorso anno in portafoglio con la prospettiva di un aumento delle applicazioni per semiconduttori e dei dati in memoria e del relativo deficit di offerta. Nell’ultimo anno il prezzo dell’azione è raddoppiato e il dividendo, già salito a 352 Yen nel 2016 dai 50 Yen del 2014, è proiettato verso i 650 Yen, considerando la rapida crescita degli utili e una distribuzione del 50%.
Bridgestone, al vertice dell’industria dei pneumatici non solo nel comparto dei veicoli passeggeri, ma anche nella nicchia, più remunerativa, mineraria e agricola. Caratteristiche della società sono cassa a bilancio e grande capacità di generare liquidità potendo permettersi un tasso di distribuzione superiore del 40% rispetto allo scorso anno
Terzo Daito Trust, costruttore di condomini per il mercato degli affitti che ha come obiettivo la distribuzione dell’80% degli utili, raggiunta l’anno scorso per il 50% tramite dividendo e per il 30% tramite buyback. Quest’anno potrebbe giovare dell’impennata della domanda legata a modifiche nelle leggi di successione che hanno reso fiscalmente conveniente avere proprietà in affitto.
Infine TechnoPro, azienda interinale del settore tecnologia esposta ai trend domestici come crescita, disoccupazione e salari. Composta da 14.000 ingegneri impiegati in 1.400 società con staff esterno distribuito in larga parte in Giappone. Il pay-out ratio al momento è del 50%, ma potrebbe aumentare date le condizioni, il miglioramento dei bilanci e la generazione di cassa.
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