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2/23/2015
È appena trascorso il Capodanno cinese. Entrando nell’anno della capra, Matthew Vaight, gestore dei fondi M&G Asian ed M&G Global Emerging Markets, crede che chi fa gestione attiva debba staccarsi dal gregge e guardare alla Cina.
Il rapido sviluppo della Cina nell’ultimo decennio ha generato notevole eccitazione per il potenziale di opportunità di investimento. Comunque, il motore della crescita ha rallentano negli ultimi tempi, generando un percettibile raffreddamento dell’entusiasmo degli investitori. Le preoccupazioni per una recessione nel mercato immobiliare e il livello del debito nel sistema finanziario hanno dominato le discussioni riguardanti le prospettive della Cina.
C’è troppa attenzione rivolta al contesto macroeconomico e, nello specifico, al tasso annuale di crescita del PIL cinese. Secondo noi, il tasso di sviluppo di un Paese ha poche connessioni con la performance del suo mercato azionario; nel lungo periodo, le aziende guidano i rendimenti azionari. Cosa invece guida il prezzo delle azioni di un’azienda è il suo livello di redditività (misurato dal loro ritorno sul capitale), le sue valutazioni e le sue pratiche di governance aziendale.
La determinante primaria del guadagno che si riceve da un investimento è il prezzo pagato per tale investimento e questo è il motivo per il quale siamo più positivi che mai sulle prospettive della Cina. Le fissazioni degli investitori per il rallentamento economico della Cina vogliono dire che molte aziende sono valutate con in mente un prezzo di crisi. Nel corso degli ultimi due anni, la Cina ha perso il favore degli investitori e il prezzo delle azioni è diminuito. In quanto investitori contrarian concentrati sulla creazione al valore, abbiamo aumentato costantemente la nostra esposizione alla Cina durante questo periodo, con l’esclusione del settore bancario, un peso significativo rispetto al MSCI Emerging Markets Index, per il tema critico della corporate governance. Se oggi si cerca valore, si deve puntare sulla Cina, pur con selettività.
L’attuale trend di crescita cinese non è così spettacolare come è stato dieci anni fa, ma essendo investitori azionari bottom-up, pensiamo che la Cina oggi possa offrire molte opportunità. Il mercato comprende una grande ed estremamente diversificata selezione di aziende, che vanno da grandi imprese statali a piccole società imprenditoriali.
Quando si investe in Cina è essenziale un approccio selettivo. Secondo noi, troppe aziende continuano ad essere gestite per il bene dello Stato piuttosto che gli investitori; di conseguenza, noi rimaniamo diffidenti sulle banche cinesi poiché crediamo che non possano capire, o che sia loro permesso di praticare una buona disciplina di capitale. Le banche non agiscono per creare valore per gli azionisti. Ma date le opportunità di valutazione di molte aziende, crediamo che ad oggi ci siano opportunità attraenti disponibili per stockpickers attenti.
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