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Europa, due punti di vista sulla ripresa

2/19/2015 | Redazione Advisor

Rob Jones, co-head of european equities di Union Bancaire Privée – UBP, e David Basola, responsabile per l’Italia di Mirabaud AM, spiegano come si sta muovendo il mercato europeo in questo momento


La ripresa economica della zona euro ha guadagnato slancio nell’ultimo trimestre del 2014, tuttavia nel complesso i livelli di crescita rimangono bassi. Rob Jones, co-head of european equities di Union Bancaire Privée – UBP, la vede così: 

 

Il sentiment positivo ha ridotto l’impatto della vittoria del partito anti-austerità Syriza in Grecia, il cui obiettivo di rinegoziare il debito pubblico ellenico aveva alimentato timori su un’uscita forzata di Atene dall’Eurozona. La Grecia, però, è ancora un Paese problematico per gli investitori, che dovrebbero continuare ad aggiustare la loro esposizione in un contesto di mercato altamente volatile, in cui assistiamo ad una costante raffica di notizie contrastanti, in quanto il Governo greco e i suoi partner europei tentano di trovare un compromesso. Molte delle voci sono allarmanti come lo erano durante il picco della crisi del 2011, con la paura per una disgregazione dell’Eurozona causata dalla Grecia. Sebbene siamo consapevoli che questa minaccia non sia trascurabile, riteniamo che un compromesso generale all’interno dell’Eurozona sul riassetto del debito e uno stimolo pro-crescita sia l’esito più probabile. In questo caso siamo di fronte a previsioni di tipo più politico che economico, e ovviamente questa è un’ulteriore area di estrema complessità!

 

In una situazione così incerta abbiamo continuato a investire con un certo grado di bilanciamento. Da un lato abbiamo le predominanti e potenti forze deflattive che hanno guidato incessantemente verso il basso i rendimenti dei bond assimilabili a quelli delle azioni che assicurano un flusso costante di dividendi. Dall’altro lato, siamo coscienti degli effetti positivi dello stimolo monetario e infatti nell’Eurozona già si osservano segnali di ripresa. In effetti, i dati che arrivano dalla maggior parte delle principali economie europee continuano a mostrare un andamento incoraggiante. Il settore dell’auto è stato un beneficiario illustre di questo sentiment pro-ciclico.

 

Guardando alle prossime settimane, gli investitori europei dovranno decidere se i primi segnali di ripresa sono sostenibili e possono avere un vero effetto reflazionistico oppure se la mancanza di accordo tra i politici del Vecchio Continente renderà vani ancora una volta i progressi fatti. Speriamo di avere più chiarezza su questo punto nei prossimi mesi.

 

 

David Basola, responsabile per l’Italia di Mirabaud AM, predica anch'egli cautela: 

 

La ripresa economica della zona euro ha guadagnato slancio nell’ultimo trimestre del 2014, tuttavia nel complesso i livelli di crescita rimangono bassi, per cui sulle prospettive di crescita restiamo più cauti di altri analisti. Guardando alla crescita dello scorso trimestre, sono state registrate sorprese positive da diversi Paesi inclusa la Germania, il cui Prodotto interno lordo (PIL) è aumentato notevolmente alla fine dello scorso anno, specialmente grazie ai consumi. Nel frattempo lo sviluppo economico francese è stato aiutato da un rafforzamento delle esportazioni, mentre la fase di contrazione dell’Italia si è interrotta. Inoltre, la ripresa olandese si è rafforzata, con un incremento notevole degli investimenti, mentre anche in Portogallo la crescita è stata positiva. Il PIL della Spagna, poi, ha mostrato un’accelerazione al rialzo sulla scia di un mercato del lavoro stabile, di consistenti vendite al dettaglio e di una migliore fiducia del settore privato. L’unica vera sorpresa negativa è stata la Grecia, il cui PIL ha riportato una flessione dello 0,2%. Complessivamente, nel 2014, la crescita economica dell’Eurozona si è attestata allo 0,9%, dopo una contrazione dello 0,4% registrata nel 2013. Guardando avanti, riteniamo che le previsioni di mercato sulla crescita futura siano attualmente troppo ottimistiche, e lo svilupparsi di un sentiment negativo derivante da una mancata soluzione entro venerdì della crisi greca potrebbe fare da volano per un allargamento della crisi.

 

 

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