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1/13/2015
Nel 2015, la crescita nei mercati emergenti in genere beneficerà del calo del prezzo del petrolio, pur restando al di sotto della media. Ne è convinto Damien Buchet, responsabile dei mercati obbligazionari emergenti di AXA Investment Managers. In alcune regioni, delusioni per la crescita in termini di “quantità” sono state compensate dalla qualità e dalla sostenibilità.
Il sentiment dei mercati emergenti è stato caratterizzato da 4 temi chiave, ovvero il calo del prezzo del petrolio, la Russia (petrolio e sanzioni), la liquidità dei mercati del credito e la forza del dollaro americano.
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Il prezzo del petrolio su nuovi minimi ha provocato un impatto considerevole sull’inflazione che dovrebbe sorprendere ancora al ribasso. Il brusco crollo del prezzo del petrolio, del 40% circa dall’inizio dell’anno, dovrebbe favorire la crescita globale, anziché rallentare le economie. La flessione dei prezzi prevedibilmente stimolerà l’economia globale facendola crescere dello 0,5–1% circa nel 2015, con conseguenze soprattutto nelle economie emergenti. Prevediamo che il prezzo del petrolio resterà basso nel primo semestre del 2015, ma ci aspettiamo che l’annuncio di nuovi tagli alla produzione agirà lentamente sul sentiment (nonostante il divario tra domanda e offerta non si sarà ridotto molto). Su scala globale, saranno di più i mercati emergenti che beneficeranno del calo del prezzo del petrolio rispetto a quelli che invece ne soffriranno.
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