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Materie prime, il rally è finito?

5/2/2011 | federico.leardini

Non di solo oro vive il mercato delle materie prime... Sebbene nelle ultime settimane non si faccia che parlare dei record del metallo prezioso, non tutto il mondo delle commodity sta seguendo il medesimo trend rialzista


OLTRE L'ORO - Non di solo oro vive il mercato delle materie prime...

Sebbene nelle ultime settimane non si faccia che parlare dei record del metallo prezioso non tutto il mondo delle commodity sta seguendo il medesimo trend rialzista.

A scanso di equivoci: anche per le materie prime che andremo ad analizzare fra poco i prezzi sono sensibilmente superiori rispetto a un anno fa (a testimonianza di un afflusso indistinto di investimenti verso i beni reali che ha rappresentato il leit motiv degli ultimi trimestri), ma negli ultimi 30 giorni il ritracciamento è stato piuttosto significativo.

Nel dettaglio: il cotone, che nel marzo scorso aveva toccato i 230 cents per libbra, oggi ha perso quasi il 20%, rivedendo i prezzi del dicembre 2010 a 160 centesimi.

Lo zucchero, che nel febbraio di quest'anno aveva coronato la sua ascesa ritoccando record decennali è in calo del 34%.

Giù anche piombo e zinco,  che negli ultimi giorni stanno registrando ondate di vendite, così come il rame.

 

LE RAGIONI DEL CALO - Alla radice di questo ritracciamento i segnali incoraggianti venuti dal mercato della produzione, che hanno dissipato i timori di carenza di approvvigionamenti sul mercato e il rallentamento dell'espansione delle economie emergenti come la Cina, che avevano fatto schizzare alle stelle la domanda per tali beni negli ultimi mesi dello scorso anno.

Non solo motivazioni geopolitiche, comunque, ma anche ragioni tecniche alla base di queste vendite: "Molti di questi mercati erano in una situazione di ipercomprato - ha affermato Brad Zigler, editor di Hard Assets Investor, citato dal WSJ - le commodity sono un asset class molto volatile e non è raro assistere a movimenti di tale intensità in breve lassi temporali, sia in ascesa che in discesa".

Un fenomeno comunque tenuto strettamente d'occhio da molti, non solo tra gli investitori: in primis molte banche centrali, che alla crescita dei prezzi di base hanno legato molte stime di crescita dell'inflazione e, di conseguenza, le strategie di politica monetaria.

Quindi per le imprese, che potrebbero beneficiare di una riduzione di costo in molti dei beni di uso comune, con un ritorno positivo in termini di utili.

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