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Swiss & Global punta la bussola verso est

7/9/2014

L'Europa orientale presenta elevati tassi di crescita e buone possibilità di accesso. Lo spiega nella sua analisi Erdinç Benli, head of emerging markets equities di Swiss & Global Asset Management


L'Europa orientale presenta elevati tassi di crescita e buone possibilità di accesso. Lo spiega nella sua analisi Erdinç Benli, head of emerging markets equities di Swiss & Global Asset Management

 

Si è conclusa  la corsa al ribasso dei mercati azionari di Russia e Turchia. Gli indici azionari RTS e ISE 100 hanno recuperato oltre il 25% da marzo. A titolo comparativo, l'indice MSCI World ha recuperato solo il 6% nello stesso periodo. "I mercati si sono stabilizzati, grazie anche all'inizio del raffreddamento della crisi in Ucraina e alle elezioni comunali turche. La situazione politica dell’Europa orientale si sta normalizzando. Nonostante i corsi azionari si siano decisamente ripresi dai loro minimi, un investimento nel mercato russo e turco è ancora conveniente".

 

Sia il rapporto prezzo/utile (P/E ratio) di 5 sia il rapporto prezzo/valore contabile (P/B) di 0,7 sono chiari segnali di un mercato sottovalutato. "Anche se molti investitori non ne possono più di sentirselo dire, un mercato russo così vantaggioso si è visto solo raramente negli 15 anni", sostiene Benli, che prosegue: "Contrariamente al passato, le società russe pagano buoni dividendi che mediamente arrivano anche al 5%. E inoltre presentano anche ulteriore potenziale perché i tassi di payout sono molto bassi". Già oggi alcune società distribuiscono dividendi che raggiungono il 10%, sostiene Benli. Il fatto che molti investitori guardino con scetticismo al mercato russo, a prescindere dalla situazione politica, dipende soprattutto dalla debolezza del PIL, ma la maggior parte delle società russe è indipendente dai consumi interni grazie alle elevate esportazioni. Anche i settori che operano a livello nazionale, come il retail russo, presentano alte opportunità di crescita.

 

Nonostante le prime pagine negative e la lira turca debole, anche il mercato azionario turco si è ripreso. "Il rally della Turchia è stato favorito anche dal consistente aumento della fiducia dei consumatori dopo le elezioni comunali", spiega Benli. Inoltre la Banca Centrale turca, con un inatteso taglio del tasso di riferimento, ha ridotto i costi del capitale soprattutto per le banche. Anche l'allentamento della politica monetaria europea ha avuto effetti positivi sul mercato turco e anche la lira turca si è stabilizzata. A medio termine stanno per partire progetti infrastrutturali, come ad esempio il nuovo aeroporto di Istanbul e il terzo ponte sul Bosforo, che sosterranno la crescita economica.

 

Anche altri paesi emergenti, come la Romania, sono interessanti per gli investitori. "Molti investitori sottovalutano le possibilità sul mercato dell'Europa orientale, mentre cresce il numero di quelli che preferiscono regioni diverse, ma i paesi emergenti europei sono nettamente più vantaggiosi", afferma Benli. Rispetto ad altri emerging market lo sconto arriva fino al 50%. Sarebbe soprattutto la situazione politica in paesi come la Russia e la Turchia a tenere lontani molti investitori e per questo motivo le azioni sarebbero perlopiù abbondantemente sottovalutate

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