Tempo di lettura: 2min

Bce, ecco perché il taglio dei tassi penalizza gli investitori

6/25/2014

Guy Wagner, responsabile degli investimenti presso Banque de Luxembourg, spiega perché le decisioni della Banca centrale europea mettono in difficoltà banche e clienti


Il tasso di riferimento nella zona euro è a un minimo storico. All'inizio di giugno, la Banca centrale europea ha ridotto il tasso di riferimento dallo 0,25% al ​​livello attuale di 0,15%. Contemporaneamente, per la prima volta, il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di imporre una sanzione tasso di interesse del -0.10% sui depositi bancari. Questo significa che le banche devono pagare ora per i fondi in eccesso che si depositano presso la banca centrale. La Bce mira ad utilizzare queste misure controverse per stimolare l'economia e aumentare l'inflazione. Gli investitori si chiedono il senso di queste decisioni, ma stanno anche cercando forme alternative di investimento. Guy Wagner, responsabile degli investimenti presso Banque de Luxembourg e BL Azionario gestore del fondo Dividend, spiega il suo punto di vista.
 
 
"Ho una visione fortemente critica di queste misure: il dovere primario delle banche centrali è quello di garantire la stabilità dei prezzi e determinare la politica monetaria. In tempi di crisi, i banchieri centrali possono intervenire per stabilizzare il sistema finanziario. Se il motore della crescita è in stallo e deve essere messo in moto, non spetta alle banche centrali intervenire. Purtroppo, le autorità monetarie di tutto il mondo hanno la tendenza a superare la loro autorità".
 
 
"Credo che questo taglio dei tassi non avrà alcun effetto. Inoltre, non c'è più margine di manovra per ulteriori potenziali movimenti dei tassi. Il vero obiettivo di depositare in modo sicuro fondi della clientela presso la banca centrale entra completamente nel dimenticatoio. D'altro canto, le banche sono costrette a prendere rischi inutili".
 
 
"Non mi aspetto la situazione dei tassi di interesse possa cambiare nei prossimi 12-18 mesi. E' chiaro che il rapporto rischio/rendimento per i titoli a reddito fisso si è spostato ulteriormente in direzione del rischio, il che significa che le obbligazioni sono relativamente poco attraenti. Di conseguenza, partecipazioni in società di prim'ordine sembrano avere più senso".

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?