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Usa, S&P suona l'allarme

4/19/2011 | Federico Leardini

Dopo 70 anni la prima economia mondiale vede ribassato il proprio outlook a negativo. Possibile nei prossimi due anni un taglio del rating da AAA. Perplessità da Washington


LA CADUTA DEI GIGANTI - Se ne parlava da mesi, dell'insostenibile livello del deficit americano, della necessità di ridurre la spesa pubblica ed equilibrare la bilancia commerciale; del rischio per il futuro del Paese e per l'economia a stelle e strisce, ma realisticamente in pochi pensavano che anche il pilastro dell'economia mondiale, gli Stati Uniti, si sarebbe dovuto guardare dalla minaccia del taglio del rating.

Quasi fosse un comune Portogallo o una povera Irlanda...

Invece S&P ha sorpreso un po' tutti, annunciando un peggioramento nell'outlook della prima economia mondiale, che per la prima volta, da 70 anni a questa parte, passa da stabile a negativo.

Una decisione che comporta una possibilità del 33% di taglio del rating sovrano dall'attuale AAA, nei prossimi due anni.

Peggioramento delle prospettive future dell'economia americana che sono, secondo S&P, dovute al danno portato al merito di credito Usa da un decennio di tagli fiscali non rifinanziati e un incremento delle spese pubbliche per far fronte alla necessità di rilanciare la crescita dopo la recessione.

Secondo gli ultimi rilievi, pubblicati nel weekend dal FMI, gli Stati Uniti nel 2011 avranno un deficit del 10,8% del Pil e un debito pubblico che supererà il 70%.

E la situazione, soprattutto per quanto riguarda l'orizzonte politico, non sembra invitare all'ottimismo: "A più di due anni dall'inizio della crisi - commenta Nikola Swann, l'analista di S&P responsabile del taglio dell'outlook sugli Usa - i politici americani non hanno ancora raggiunto un accordo sulle misure da adottare per invertire l'attuale ciclo di deterioramento fiscale o su come affrontare le sfide di lungo termine sul medesimo fronte".

Una mancanza di indirizzo che si riflette immediatamente, secondo l'agenzia di rating, sulle prospettive future del Paese: "L'outlook - spiega Swann - riflette la nostra convinzione che le negoziazioni politiche si protrarranno oltre il 2012, andando così a minare la credibilità del percorso di uscita dal deficit della nazione".

Sopresi i vertici del Tesoro Usa, che hanno espresso la loro perplessità per una decisione che segue a stretto giro di posta l'annuncio di Barack Obama di un piano di lungo termine di riduzione del deficit, concertato col rappresentante repubblicano al Congresso Paul Ryan: "Siamo stupiti - ha fatto sapere un rappresentante del Tesoro - non troviamo che il timing dell'annuncio possa conciliarsi con quanto viene  annunciato in questi giorni da Washington".

 

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