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Financière de l'Echiquer si fida dell'azionario europeo

4/29/2014

E' l'analisi di Olivier de Berranger, gestore del fondo ARTY, il quale parla delle prospettive per i mercati finanziari europei


Financière de l'Echiquier continua a fidarsi dell'azionario europeo. Parola di Olivier de Berranger, gestore del fondo ARTY, il quale parla delle prospettive per i mercati finanziari europei.
 
Sempre convinti dell'attrattività delle azioni europee, manteniamo l'esposizione azionaria intorno al 30% (29,8% al 31/03/2014). Nei prossimi mesi le azioni dovrebbero continuare a essere il principale motore di performance di ARTY. Dato che si sono già ampiamente rivalutate, sarà la qualità della selezione titoli a fare la differenza. La componente azionaria, molto orientata fino a questo momento verso i titoli growth a livello mondiale, si sta ribilanciando equamente tra società growth e società value, in linea con tutte le strategie azionarie della gamma Financière de l’Echiquier. 
 
La componente obbligazionaria rimane prioritariamente orientata verso il segmento high yield e privo di 
rating. Per proteggere la componente obbligazionaria dai movimenti repentini dei tassi di interesse, operiamo una gestione attiva della duration del portafoglio. Attualmente privilegiamo le duration brevi, ricorrendo su base puntuale a prodotti di copertura del rischio tassi negoziati sui mercati regolamentati. 
 
Continuiamo a dedicare una particolare attenzione alla qualità degli emittenti e alle situazioni speciali: 
acquistiamo il rischio di credito più del rischio di tassi. Sempre alla ricerca delle opportunità più interessanti, siamo di recente entrati in società della penisola iberica: Banco Espirito Santo in Portogallo e Abengoa o Gestamp in Spagna. 
 
Da un lato continuiamo a seguire le evoluzioni della politica monetaria della Fed; d’altro, riponiamo la 
nostra fiducia nella Banca Centrale Europea che saprà secondo noi mantenere a medio termine un 
contesto di tassi favorevoli agli asset rischiosi europei. Se i tassi a breve europei rimarranno bassi, i tassi a lungo termine aumenteranno, anche se a un ritmo ragionevole: non ci sarà alcun crash obbligazionario.

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