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3/31/2014 | Redazione Advisor
L’andamento del mercato statunitense nel 2014 sarà simile a quello del 2000. Ne è convinto Evan Bauman, co-manager del comparto Legg Mason ClearBridge US Aggressive Growth Fund. Secondo il gestore le quotazioni eccessive subiranno una correzione, come ad esempio in settori come la tecnologia di stampa a 3D e i big data, ma non mancheranno le opportunità per i gestori capaci d’individuare i settori giusti.
“A nostro avviso, il 2014 sarà un anno più volatile rispetto ai precedenti, caratterizzato non tanto dai temi macro-economici quanto da una serie di eventi che coinvolgeranno i titoli influenzando i corsi azionari”, racconta. “Si tratta di un mercato particolarmente adatto agli stock picker che presenta, a nostro avviso, opportunità interessanti da cogliere nei settori giusti, proprio come nel 2000.”
Bauman e il co-manager Richie Freeman si aspettano che, in un clima ancora difficile, prevalgano le società contraddistinte da fondamentali forti e da una solida crescita top-line, in grado d’impiegare i propri bilanci per espandersi.
“La volatilità è un fenomeno a noi favorevole. Ci consente infatti di continuare a mettere a frutto la liquidità nelle imprese di nostro interesse”, asserisce Bauman. “Mentre le valorizzazioni in generale sembrano più vicine al tetto massimo, il nostro portafoglio è ancora a sconto, rispetto al mercato, sulla base del rapporto prezzo/utili (P/E) e prezzo/valore contabile (P/B), mentre la maggior parte della performance deriva dalla crescita degli utili anziché dall’espansione dei multipli”.
Secondo Bauman, titoli “a reddito” come le telecomunicazioni, le utility e i beni al consumo non ciclici sono particolarmente sopravvalutati. Tra le società deludenti degli ultimi mesi cita Best Buy, Sears e Target.
Essenziale al loro approccio di stockpicking è l’individuazione di un mercato in cui ci siano ancora ampi margini d’azione, dove le imprese abbiano la possibilità di costruire forti barriere all’ingresso e generare una crescita secolare sostenibile, in opposizione a quella ciclica.
Tale crescita è spesso radicata nei processi d’innovazione e in settori come quello della salute, soprattutto nell’ambito della biotecnologia, che da sempre occupa una posizione predominante nel loro portafoglio.
“Se un’azienda è in grado di scoprire un nuovo farmaco che tratti una determinata patologia, ciò le garantisce un notevole pricing power e barriere d’ingresso regolamentate dallo Stato sotto forma di tutela dei brevetti”, afferma Bauman.
I gestori privilegiano inoltre la qualità – ricercando free cashflow consistenti e livelli di debito trascurabili– e adottano un approccio più incentrato sulle valorizzazioni rispetto alla maggior parte dei gestori “growth”.
“L’esame del nostro comparto in un’ottica puramente basata su parametri valutativi indurrebbe quindi a classificare il nostro approccio come core o value: infatti da sempre sosteniamo che un gestore il quale ignori le valorizzazioni è destinato all’insuccesso”, conclude Bauman.
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