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A.A.A. cercasi soluzione per il debito pubblico

1/30/2013 | Redazione Advisor

Secondo Stefan Angele e Enzo Puntillo di Swiss & Global l'austerity, la repressione finanziaria e le svalutazioni competitive non sembrano risolvere il problema.


Durante la tappa milanese del roadshow di Swiss&Global AM, Stefan Angele (Capo dell'Investment Management) e Enzo Puntillo (Head of Fixed Income) sono intervenuti sulla questione dell'indebitamento pubblico, definita "pilastro fondamentale per una crescita economica sostenibile".

 

Secondo Angele, l'elevato debito pubblico accumulato dagli Stati Uniti e da alcuni Paesi europei, sarebbe il risultato di una serie di investimenti statali poco produttivi. Per questa ragione, piuttosto che focalizzarsi sulla riduzione del debito (come sta facendo l'Europa tramite le politiche di austerity) o sul suo rifinanziamento (come stanno facendo gli Stati Uniti tramite gli acquisti di Treasury da parte della FED), sarebbe più opportuno concentrarsi sulla "qualità" della spesa, cercando di indirizzarla verso quegli investimenti che saranno in grado di generare ricchezza in futuro.
 
Ad entrare nei dettagli dei meccanismi economici è Puntillo, che illustra il concetto di "repressione finanziaria". Secondo Puntillo, le Banche Centrali starebbero arginando il problema dell'eccessivo indebitamento pubblico tramite le manovre espansive di quantitative easing, che spingendo i tassi d'interesse ad un livello più basso dei tassi d'inflazione, determinerebbero una riduzione dell'ammontare del debito in termini reali (quando il tasso di variazione dei prezzi dei beni è superiore al tasso d'interesse pagato su un debito, il valore del debito in termini di beni diminuisce). 
 
Inoltre -continua l'asset manager di Swiss&Global AM-, l'espansione monetaria determina un deprezzamento della valuta, che non solo riduce l'ammontare di debito nazionale in termini di valuta estera, ma che permette anche di tamponare il problema della mancanza di investimenti produttivi, tramite un aumento della competitività della produzione nazionale sui mercati esteri. 
 
Tuttativa -ricorda Puntillo- poiché le principali Banche Centrali stanno attuando le espansioni monetarie contemporaneamente, esse risultano ininfluenti sui corsi delle valute, scatenando (come più osservatori confermano) una "guerra valutaria" combattuta a suon di espansioni sempre maggiori, attuate nel tentativo di ottenere il deprezzamento tanto importante per la competitività dell'impresa nazionale.
 
Se a guadagnare dalle dinamiche illustrate sono i debitori -concludono Puntillo ed Angele- a rimetterci sono con certezza i creditori, ovvero chi investe in quei titoli che, a causa della "repressione finanziaria", presentano (o presenteranno presto) tassi di rendimento reali negativi.  
 
 
 

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