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Manuel Roubini crede nell'Italia

1/14/2013

Secondo l'economista della New York University l'Italia naviga ora in acque tranquille ma saranno decisive le elezioni. Monti? "Un asset a livello internazionale che sarebbe un peccato non giocarsi".


Manuel Roubini vede il sole sul Bel Paese.

 

"Non mi stupisce la discesa dello spread, ricolloca i rapporti fra i Paesi in un più realistico equilibrio. Ma l'Italia potrà fare ancora meglio. Certo, tutto dipende a questo punto dall'esito delle elezioni".

 

Il motivo del miglioramento del clima, secondo il professore della New York University come riportato da Repubblica, è da ricercarlo nella figura di Mario Draghi "dovete tutti ringraziarlo. O meglio, dovete ringraziare questo comune sentire delle banche centrali di tutto il mondo, a partire dalla Fed. Sull'impronta di Bernanke, le banche centrali giapponese, inglese, svizzera e ora anche europea, hanno tutte imbracciato la filosofia del quantitative easing. La decisione di Francoforte di intervenire senza limitazioni sui titoli degli Stati in difficoltà è una variante di quest'approccio. Ed è stata decisiva. Però c'è anche da dire che l'Italia, così come gli altri Paesi in difficoltà, ha fatto buona parte di quanto doveva".


Incognita elezioni: fiducia sì o fiducia no?

La speculazione, proprio perché stoppata dalla Bce, resta ferma. Il quadro mondiale ed europeo è sensibilmente migliorato, con un'incrementata liquidità. La sensazione internazionale del rischio associato con Paesi come Italia o Spagna è diminuita in modo marcato.
I prossimi sviluppi per l'Italia dipendono da tre elementi: se l'andamento della liquidità internazionale si manterrà confortante; se la crisi dell'economia reale e dei consumi ha raggiunto il fondo come appare possibile; come andranno le elezioni".


L'outlook di Roubini

Secondo il guru della New York University, unendo un auspicio e una previsione, pensa che ci vorrà una convincente vittoria del centrosinistra e poi un'alleanza con Monti. La stabilità conseguita darebbe fiducia ai mercati e permetterebbe di continuare il cammino verso il risanamento.
Alla domanda se Monti è un fattore decisivo Roubini risponde che rappresenta un asset a livello internazionale che sarebbe un peccato non giocarsi. 

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